“Qui si è consumato un grande inganno. Una “mafia dell’antimafia”, ha cancellato, inventandosi una mafia che non c’è, una esperienza straordinaria che in pochi mesi aveva fatto conoscere Salemi in tutto il mondo»
Con queste parole Vittorio Sgarbi ha ufficializzato la propria candidatura a sindaco di Salemi, in occasione delle prossime elezioni amministrative. A due anni dalle dimissioni che seguirono lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale salemitano, Sgarbi torna ad attaccare la decisione del Ministero degli Interni, spiegando con la scelta di ricandidarsi intende ripristinare “la legalità violata da uno Stato criminale”.
“La vera infiltrazione – ha tuonato a un certo punto Sgarbi – è quella della ‘ndrangheta. Il Vice Prefetto di Trapani dell’epoca, Giuseppe Ranieri, a capo della Commissione di accesso agli atti, dalla cui relazione è dipeso lo scioglimento, si è scoperto essere in rapporti con appartenenti alla mafia calabrese, alle cosche di Melito Porto Salvo. Intercettazioni telefoniche ne rivelano un ritratto inquietante. Eppure è stato “premiato” ed è oggi Capo Dipartimento al Ministero dell’Interno. Ho chiesto che si apra una indagine sul suo operato a Salemi”.
Il critico d’arte è già al lavoro per definire le liste e designare gli assessori. A sostenerlo un vasto schieramento trasversale ai tradizionali partiti politici.
Sgarbi correrà con una sua lista civica, denominata «Partito della Rivoluzione – Laboratorio Sgarbi Salemi». Con le altre liste siglerà un apparentamento.