Tajani a Gibuti, export e stabilità perni d’azione per Farnesina

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Tajani a Gibuti, export e stabilità perni d’azione per Farnesina

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lunedì 22 dicembre 2025 - 20:31
Tajani a Gibuti, export e stabilità perni d’azione per Farnesina

Gibuti, 22 dic. (askanews) – Quella compiuta oggi dal ministro degli Esteri Antonio Tajani in...

Gibuti, 22 dic. (askanews) – Quella compiuta oggi dal ministro degli Esteri Antonio Tajani in Gibuti è una missione che rappresenta in qualche modo il bilancio ideale del lavoro svolto quest’anno dalla Farnesina. Perché condensa perfettamente in sé il lato “politico” e quello “economico” dell’azione del Ministero, che diventerà, a partire dal 1° gennaio 2026, “Bicapite”, grazie a una riforma fortemente voluta proprio da Tajani.

Il Mar Rosso e il Corno d’Africa – è il ragionamento fatto oggi dai dirigenti del Ministero durante la missione in Gibuti – rappresentano infatti aree prioritarie della politica estera italiana, su di esse la necessità di proiezione geopolitica del nostro Paese coincide con la difesa degli interessi nazionali. In parole povere: prevenzione degli scenari che potrebbero portare a un aumento dell’immigrazione irregolare nel nostro Paese, sicurezza in materia di terrorismo, difesa delle rotte commerciali e delle nostre esportazioni.

Non a caso Tajani ha visitato due luoghi simbolo della difesa dei nostri interessi: in primis la fregata missilistica della Marina Militare “Antonio Marceglia”, asset principale della missione dell’Unione europea “Aspides”, che dal febbraio 2024 veglia in particolare sulla sicurezza del delicato stretto di Bab al Mandab, minacciato dai razzi e dai droni dei ribelli Houthi, e da cui passa, attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez, il 14% del commercio mondiale e il 30% dei flussi di container; e in secundis la Bmis, la base militare italiana che dal 2012 fornisce supporto logistico alle operazioni militari nazionali nell’area del Corno d’Africa, Golfo di Aden, Oceano Indiano e che addestra il personale locale e della vicina Somalia.

“Senza la vostra presenza – ha detto Tajani all’equipaggio della ‘Marceglia’ – avremmo avuto dei danni economici enormi, perché durante gli attacchi degli Houthi moltissime navi mercantili sarebbero state costrette a fare la circumnavigazione dell’Africa” facendo “aumentare immensamente i costi assicurativi, con rischi enormi per le vite umane e per i prodotti commerciali che l’Italia esporta verso Oriente, Estremo Oriente e Indo Pacifico. Avrebbe avuto anche un danno enorme il nostro sistema portuale”, ha aggiunto Tajani sottolineando come, grazie alla missione, “sono invece transitati indenni 476 mercantili”.

“Per noi – ha detto Tajani ai circa cento militari interforze presenti nella base – è importante la stabilità in questa parte del mondo. L’Africa, come sapete, per l’Italia rappresenta una priorità, una priorità geopolitica, una priorità per impedire che ci siano flussi migratori che non siamo in grado poi di controllare per colpa dei trafficanti di esseri umani, quindi la nostra presenza nel continente africano da questa parte è strategica”.

Quindi interessi commerciali, ma anche squisitamente politici, tant’è che il vicepremier ha anche incontrato il ministro degli Esteri Abdokader Houssein Omar e il presidente della Repubblica del Gibuti, Ismail Omar Guelleh, a cui ha confermato l’interesse a rafforzare i rapporti bilaterali e la collaborazione per la sicurezza. “Noi – ha sottolineato Tajani – dobbiamo far sì che il continente africano possa essere stabile e lo si può soltanto se noi facciamo un’azione economicamente utile attraverso il piano Mattei, che è un piano di investimenti per favorire la crescita dei paesi sui quali facciamo riferimento. Il Gibuti non è in questi paesi, ma oggi ho parlato con il presidente Guelleh assicurandogli un maggior impegno da parte nostra per far sì che si possa rinforzare la nostra presenza in questo paese che è stabile, tranquillo, tra paesi molto difficili. Gli ho ribadito la voglia dell’Italia di essere presente anche qui con le sue imprese per sviluppare il settore agricolo e favorire la crescita di un paese che ha un porto fondamentale e speriamo che sempre più navi possano fermarsi in questo porto”.

Insomma, prove di concretizzazione delle priorità stabilite dalla Farnesina per il 2026: “Pace, dialogo, crescita”, si legge in una delle slide dei dirigenti.

(di Massimo Santucci)

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Fonte: QdS.it