Influenza e la variante K, il prof. Iacobello al QdS: “Ecco quali sono i vantaggi del vaccino”

giuseppe bonaccorsi

Influenza e la variante K, il prof. Iacobello al QdS: “Ecco quali sono i vantaggi del vaccino”

Condividi su:

giuseppe bonaccorsi |
giovedì 25 dicembre 2025 - 10:04
Influenza e la variante K, il prof. Iacobello al QdS: “Ecco quali sono i vantaggi del vaccino”

Al via la campagna vaccinale antinfluenzale in Sicilia: il calendario La “variante K” dell’influenza rischia...

La “variante Kdell’influenza rischia di mettere a letto da qui a metà gennaio milioni di persone al punto tale che già alcuni ospedali hanno pianificato quella che dopo le feste potrebbe mandare in tilt molti pronto soccorso della penisola e anche della Sicilia. Noto come un virus nato da una evoluzione dell’H3H2 e battezzato “super flu” – per l’impennata dei casi e la forte contagiosità – il ceppo “K” è proprio la variante che rischia di diffondersi a macchia d’olio durante queste feste natalizie che, tradizionalmente, spingono alla forte socializzazione e alle riunioni tra amici e familiari che avvengono di solito in ambienti chiusi e poco arieggiati.

Ma quali sono i consigli per cercare di ridurre quella che si preannuncia come una grande epidemia di influenza e di ceppi parainfluenzali? Ne abbiamo parlato con uno dei più importanti infettivologi di Catania, il dott. Carmelo Iacobello, direttore del dipartimento Malattie infettive del Cannizzaro, grande ospedale delle Emergenze.

Iacobello: “Non tutti i vaccinati sono immuni al 100% all’influenza, ma…”

“Come avviene ogni anno il periodo natalizio di solito coincide e fa da spinta al diffondersi dell’epidemia influenzale annuale. Quest’anno, inoltre – esordisce l’infettivologo -, abbiamo in circolazione,  oltre alla variante K, anche i virus H1N1, L’H3N2. E abbiamo ancora in circolo il virus del Covid e non dimentichiamo il respiratorio Sinciziale. Insomma siamo circondati da ceppi che possono mettere a letto soprattutto tutte quelle persone che anche quest’anno hanno deciso di non vaccinarsi. Con questo non voglio però dire che tutti i vaccinati possano essere immuni da contrarre l’influenza. E questo perché i vaccini hanno sì una capacità di immunizzare, ma l’immunizzazione non è mai al 100%”.

“Il vantaggio del vaccino è quello di avere, se contrai il virus, una sintomatologia più blanda e correre meno rischi per le complicazioni polmonari. Detto questo- puntualizza Iacobello –  va aggiunto che nei pazienti molto anziani e immunodepressi seppure vaccinati le complicazioni si potrebbero manifestare ugualmente. Ed è per questo che la popolazione farebbe meglio ad assumere, sotto le feste, comportamenti più inclini alla salvaguardia e alla prevenzione delle persone e dei familiari più anziani o fragili”.

I consigli per prevenire e curare l’influenza

Per il dott. Iacobello sarebbe quindi meglio, per prima cosa, tornare anche solo per un mese, da adesso a a fine gennaio, ad indossare la mascherina ove sia necessario.

“Siccome in questo periodo non si può fare a meno di avere una vita sociale e familiare e di aggregazioni – spiega -, se si accusa tosse e febbricola, ma si intende ugualmente essere presenti a una riunione conviviale di lavoro o in famiglia, sarebbe molto utile  indossare la mascherina a salvaguardia delle persone che ti stanno accanto. E azzarderei anche una proposta: recuperare l’uso della mascherina nel periodo influenzale e di massima evoluzione dell’epidemia non sarebbe una cattiva idea”.

“Ma soltanto in questo periodo – puntualizza l’infettivologo -. In fondo si tratterebbe di indossare le mascherine soltanto per un mese, sino a  fine gennaio, periodo in cui si prevede il picco massimo. Per il resto se si ha febbre alta e tosse il consiglio migliore è quello di restare al caldo e a letto, di non uscire, cercando di capire in particolare se si ha tosse secca, e quindi virale, oppure quella grassa, batterica che può evolvere in secrezione di muco giallastro con problemi polmonari…”.

Iacobello: “Una sciocchezza dire che il vaccinato non avrebbe contratto il Covid”

Sul punto relativo alla diminuzione della popolazione che si immunizza l’infettivologo dice che soprattutto la politica e una parte della classe medica dovrebbero fare “mea culpa” per una informazione distorta portata avanti all’epoca del Covid, che definisce  “assolutamente inadeguata”.

“Si sarebbe dovuta dare una informazione sui vaccini che non fosse quella che il vaccino era la panacea di tutti i mali. Dire che il vaccinato non avrebbe contratto la malattia e trasmesso il virus è stata una sciocchezza. Questa informazione errata ha spinto molta gente a credere che, per come si sono poi svolti i fatti, il vaccino non serva, anzi potrebbe essere dannoso. Bisognava dire invece quello che di solito si fa col siero antinfluenzale. E cioè che il vaccino serve soprattutto per evitare le complicazioni e consentire di avere sintomi blandi…Ma da qui a dire che il vaccino era la soluzione ha alla fine prodotto l’effetto contrario,  mentre ribadisco che il vaccino rappresenta l’unica arma efficace per la prevenzione.

“Fatta questa premessa  forse pochi sanno – aggiunge l’esperto – che nei pazienti più fragili non vaccinati e soggetti a una possibile evoluzione sfavorevole dell’influenza, esistono oggi le terapie preventive, quelle virali. Oggi ci sono farmaci antivirali che se presi precocemente, un po’ sulla stessa impostazione che venne applicata per il Covid, possono ridurre gli effetti negativi dell’influenza”.

Il Tamiflù: ecco che cos’è

Iacobello spiega che il Tamiflù oggi rappresenta una corretta alternativa al vaccino. “Si tratta di un’ottima soluzione  per chi non si è vaccinato e non intende farlo. Se il Tamiflù viene assunto precocemente aiuta moltissimo ad evitare l’evolversi della malattia. Basta seguire alcune direttive. Se un soggetto fragile non vaccinato ritiene di essere entrato in contatto con una persona, un  parente che si è poi ammalato e nel frattempo si comincia ad avere iniziali sintomi di influenza, l’assunzione di Tamiflù è benefico. E lo stesso può valere anche per quei soggetti immunodepressi  ed ad alto rischio che si sono anche vaccinati. Assumere gli antivirali può infatti  servire a mettere al riparo da potenziali evoluzioni negative anche quei cittadini che si sono vaccinati. Noi ovviamente consigliamo questa terapia soltanto per quei casi selezionati a rischio, non è una terapia indicata per tutti…”

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Condividi su:

  • Catania

Fonte: QdS.it