Incendio Marsala
Marsala – Incendio Marsala è la frase che oggi domina le cronache cittadine: un vasto rogo si è sviluppato nella zona di Santo Padre delle Perriere, alle porte sud del centro urbano, minacciando abitazioni, un kartodromo e persino l’asilo comunale. L’Incendio Marsala mette in luce ancora una volta quanto la mancata manutenzione dei terreni incolti possa trasformarsi in un pericolo reale per la comunità.
Come si è sviluppato il rogo
Le prime fiamme si sono sprigionate a metà mattinata in un appezzamento invaso da sterpaglie secche. Il vento di scirocco ha alimentato il fuoco, spingendolo verso i lotti vicini. In pochi minuti la colonna di fumo giallo-grigio si è alzata sopra la contrada, visibile anche dal centro storico.
Ordinanza ignorata: terreni senza sfalcio
Il Comune di Marsala aveva firmato a inizio giugno un’ordinanza che imponeva ai proprietari il taglio dell’erba entro il 15 del mese. La norma, spiegata sul portale ufficiale del Comune di Marsala, cita sanzioni fino a 500 euro per chi non ripulisce i fondi. Gli agenti della Polizia Municipale hanno già avviato accertamenti per identificare i terreni non manutentati da cui sarebbero partite le scintille.
Squadre e mezzi impegnati
Sul posto sono arrivate tre autobotti dei Vigili del Fuoco: una da Marsala, una da Mazara del Vallo e una da Trapani. Con loro un modulo boschivo della Protezione Civile nazionale e i volontari locali dell’associazione “Fire Rescue”. I pompieri hanno tracciato linee tagliafuoco e utilizzato schiumogeni per bloccare le lingue di fiamma più alte.
Evacuato l’asilo comunale
Per motivi di sicurezza, i 28 bambini e le educatrici dell’asilo di contrada Perriere sono stati fatti uscire in ordine e affidati ai genitori. L’operazione, coordinata con il personale scolastico, si è conclusa in venti minuti senza panico. «Meglio non correre rischi – ha spiegato il dirigente scolastico – il fumo aveva già invaso il cortile».
Abitazioni e kartodromo messi in salvo
Il fronte di fuoco si è avvicinato a un gruppo di villette e al kartodromo “Laguna”. I residenti hanno usato pompe da giardino per bagnare recinzioni e tettoie, rallentando le faville. I vigili del fuoco hanno presidiato i punti più esposti, evitando danni alle strutture.
Le cause probabili
Secondo il capo distaccamento, il fuoco è partito da sterpaglia innescata forse da una scintilla di attrezzo agricolo o da un mozzicone di sigaretta. Nell’area non risultano linee elettriche dismesse o roghi di rifiuti. L’indagine formale stabilirà le responsabilità con l’ausilio del Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi dei Vigili del Fuoco.
Danni ambientali e costi sociali
L’incendio ha divorato circa cinque ettari di macchia mediterranea, compromettendo habitat di insetti impollinatori e micro-fauna. La protezione civile stima un costo di bonifica di oltre 20 mila euro tra mezzi, carburante e personale. Somme che, in assenza di un responsabile certo, ricadranno sul bilancio pubblico.
Prevenzione e responsabilità
Il rogo riapre il dibattito sulle pratiche di prevenzione. L’anticiclone Scipione mantiene l’umidità al 30 %, trasformando qualsiasi campo in una miccia. Il Comune annuncia controlli a tappeto e invita chi avvista focolai a chiamare subito il 115. Anche i proprietari di terreni agricoli incolti devono provvedere a creare fasce di rispetto tagliafuoco di almeno dieci metri.
Le sanzioni possibili
Se l’inadempienza dell’ordinanza verrà confermata, scatteranno multe e, nei casi gravi, denunce per incendio colposo. L’articolo 423-bis del Codice Penale prevede la reclusione da uno a cinque anni se il fatto causa pericolo per edifici o persone.
Reazioni dei residenti
«Respiravamo cenere, avevamo paura che il fuoco entrasse in casa», racconta Maria, che vive a 50 metri dal terreno bruciato. Sui social, intanto, c’è chi propone ronde di quartiere e chi chiede droni di sorveglianza. L’assessore alla Protezione Civile promette un tavolo tecnico per coordinare volontariato e forze dell’ordine.
Prossimi passi
Domani mattina una squadra del Centro Comunale di Raccolta rimuoverà rami bruciati e materiali pericolanti. L’ARPA Sicilia effettuerà rilevazioni sulla qualità dell’aria per escludere residui tossici. È già stato programmato un incontro con Legambiente per valutare un progetto di riforestazione con essenze autoctone.
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