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“Mentre si festeggia al Busiata Day, la viticoltura trapanese rischia il collasso”

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venerdì 16 maggio 2025 - 11:31

Viticoltura trapanese in crisi

Marsala La frase chiave viticoltura trapanese in crisi sintetizza bene la situazione che si vive nella provincia di Trapani: mentre si moltiplicano le iniziative gastronomiche e folkloristiche, i viticoltori continuano a rimanere senza risposte, senza aiuti concreti e senza alcun piano strutturale per uscire da una crisi che si aggrava anno dopo anno.

Una festa nel silenzio delle istituzioni

Venerdì 16 maggio, Coldiretti Trapani organizza a Marsala la “Busiata Day”, evento enogastronomico che si terrà presso il mercato di Campagna Amica. Il programma è allettante: piatti di pasta locale, vino a volontà, cannoli e musica dal vivo. Il tutto con l’obiettivo dichiarato di promuovere i sapori tipici del territorio e creare un momento di festa e condivisione.

Ma mentre si prepara la festa, nelle campagne trapanesi regna tutt’altro spirito. La viticoltura trapanese in crisi non trova spazio nel programma della serata, né nelle dichiarazioni ufficiali degli organizzatori. Nessun riferimento alle difficoltà che attraversano i produttori, nessuna proposta, nessuna mobilitazione. Solo una festa, condita da silenzi pesanti.

I danni della peronospora e della siccità

Il settore vitivinicolo del Trapanese è stato messo in ginocchio da due annate terribili: nel 2023 è stata la peronospora a distruggere raccolti interi, mentre nel 2024 è la siccità a infliggere l’ennesimo colpo a una filiera già in agonia.

I viticoltori chiedono interventi strutturali, aiuti economici, piani per l’irrigazione e la gestione climatica, ma le istituzioni restano in silenzio. E anche le associazioni di categoria, che dovrebbero rappresentarli e difenderli, sembrano più preoccupate di organizzare eventi festosi che di tutelare il lavoro di chi coltiva la terra.

Coldiretti brinda, i viticoltori protestano

Il Direttivo dell’Associazione I Guardiani del Territorio ha deciso di rompere il silenzio con una dura presa di posizione. “Coldiretti cucina e brinda, ma tace sul disastro della viticoltura trapanese”, scrivono. “Servono piani, coraggio e visione. Non bastano le busiate per far dimenticare che i bilanci agricoli sono in rosso, le vigne si seccano e le cantine sociali rischiano la chiusura”.

Secondo l’associazione, è inaccettabile che chi dovrebbe difendere il comparto agricolo non abbia ancora messo in campo una strategia per salvare la viticoltura locale. “Invece di chiedere deroghe burocratiche, investimenti nella rete irrigua e aiuti urgenti – prosegue il comunicato – si preferisce puntare su eventi folkloristici e aperitivi consolatori”.

Serve una risposta concreta e condivisa

“I nostri agricoltori – concludono I Guardiani del Territorio – non vogliono solo partecipare a feste: vogliono lavorare con dignità, produrre qualità, affrontare le sfide del cambiamento climatico con strumenti adeguati. È ora che Coldiretti e le istituzioni si sveglino e scelgano da che parte stare: con chi organizza eventi o con chi lavora la terra ogni giorno”.

Il rischio, sempre più concreto, è che si continui a celebrare la tradizione culinaria mentre le radici produttive del territorio marciscono nell’indifferenza. Per questo, il grido d’allarme lanciato da Marsala non può rimanere inascoltato.

Una riflessione necessaria

La viticoltura trapanese in crisi rappresenta una ferita aperta per un territorio che ha sempre fatto del vino uno dei suoi simboli più forti. Ma la promozione senza azione è solo immagine. Il folklore senza sostanza è vuoto. E le busiate, per quanto buone, non bastano a sfamare le speranze di chi vive e lavora tra le vigne.

In bocca al lupo ai viticoltori trapanesi. Che non restino soli.


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