Cpr di Milo, la deputata Iacono torna nella struttura: “Situazione esplosiva e disumana”
Trapani – Nuova visita ispettiva della deputata del Partito Democratico Giovanna Iacono al Cpr di Milo, a Trapani. La parlamentare è tornata nella struttura dopo alcune settimane e ha trovato, a suo dire, un quadro ancora più grave rispetto al passato. “I Cpr vanno chiusi senza se e senza ma. Non è accoglienza quella che il Governo Meloni offre ai migranti, a nome dello Stato Italiano: è tortura”, ha dichiarato Iacono.
Condizioni critiche all’interno del Cpr di Milo
Durante il sopralluogo, la deputata ha assistito a scene drammatiche. In particolare, ha riferito di aver personalmente soccorso un migrante intento in atti autolesionistici. “Le persone non sono ospitate, ma detenute – ha aggiunto – e vivono in condizioni proibitive, dietro le sbarre di una struttura che ha più le sembianze di una prigione che di un centro di accoglienza”.
Secondo Iacono, la situazione nel Cpr di Milo è “esplosiva”, tanto da mettere a rischio non solo chi vi è rinchiuso ma anche il personale che vi lavora. La parlamentare ha evidenziato che episodi simili si sono già verificati più volte in passato, rendendo ormai insostenibile il proseguimento delle attività del centro.
Verso un’interrogazione parlamentare sui Cpr siciliani
La deputata ha annunciato la presentazione di una nuova interrogazione parlamentare, non solo sul Cpr di Milo, ma sull’intero sistema dei Cpr in Sicilia. L’obiettivo è accendere i riflettori sulle reali condizioni in cui versano i migranti all’interno di queste strutture, troppo spesso al centro di polemiche e denunce.
“Non si può accettare che per finalità di pura propaganda si continui a negare la dignità delle persone, la loro salute e sicurezza. È ora che il Governo affronti con serietà la questione, mettendo al centro il rispetto dei diritti umani”, ha sottolineato.
Il presidio promosso dalla Cgil davanti al centro
Iacono ha infine ringraziato la Cgil di Trapani, che ha promosso un presidio pacifico davanti al Cpr per ribadire la richiesta di chiusura e solidarizzare con i migranti ospitati nella struttura. “Iniziative come questa – ha concluso – sono fondamentali per tenere alta l’attenzione e per rivendicare un modello di accoglienza basato sul rispetto della persona”.
Speriamo bene.
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