Si è tenuto questa mattina il previsto incontro tra i sindaci della provincia che hanno sottoscritto l’accordo di co-marketing e i vertici del nuovo consiglio d’amministrazione dell’Airgest. Al centro della discussione la vicenda relativa all’aeroporto di Trapani Birgi. Vicenda che ogni giorno si arricchisce di un nuovo capitolo.
Dopo la chiusura della sede all’interno dello scalo da parte della compagnia aerea Ryanar a seguito della sospensione della aggiudicazione del bando di gara per la gestione delle tratte dei prossimi anni, da qualche giorno è ritornata di “moda” la vicenda relativa ai 2 milioni e mezzo di euro destinati allo scalo trapanese. Denaro che l’ex provincia, visto che l’Airgest non aveva dato indicazioni sulla modalità di spesa, avrebbe deciso di restituire alla regione Sicilia che a suo tempo li aveva stanziati per il Vincenzo Florio.
“Abbiamo invitato l’ex provincia a verificare se esistono della modalità di spesa tali da non fare perdere il finanziamento – ci ha detto il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo che tra i primi cittadini delle provincia è stato tra i più attivi-. Siamo in prima linea nel tentativo di evitare che la parziale chiusura dello scalo arrechi danni all’economia del nostro territorio”. Presenti all’incontro 14 sindaci oltre al commissario del libero consorzio trapanese, Raimondo Cerami e il dirigente dell’ente Diego Maggio. Al completo anche il nuovo cda dell’Airgest guidato da Paolo Angius.
“Il presidente e i consiglieri mi sono sembrati molto motivati nell’intraprendere un percorso di sostegno alle esigenze dall’aeroporto – ci ha detto il sindaco di Marsala –, non credo che si farà in tempo a predisporre gli atti relativi alla stagione in corso. Tuttavia io rimango fiducioso per il futuro dello scalo”. I sindaci con i rappresentanti dell’ex provincia torneranno a vedersi nelle prossime ore, dopo che il libero consorzio si sarà incontrato con il vertici della regione. Continua intanto l’azione di protesta dei consiglieri comunali di Marsala che da qualche giorno stanno attuando un presidio democratico all’interno di Palazzo VII Aprile. Da alcune fonti sembra che i consiglieri, nei prossimi giorni, possano mettere in scena altre azioni dimostrative spostando la sede delle loro rimostranze all’interno del “Vincenzo Florio”.