In cronaca sono anni che vi raccontiamo delle “battaglie” del settore panificatori della nostra città. Dal contrasto all’abusivismo, agli orari festivi fino al prezzo del pane. Riunioni, incontri e scontri. Hanno aderito, i panificatori, ad una associazione che li raggruppava per avere più potere contrattuale in tema di chiusure festive e domenicali. Sembravano d’accordo ma poi….non hanno rispettato le proposte da loro stessi avanzate all’amministrazione comunale. Sono arrivati anche a chiedere una legge regionale che disciplinasse il settore. La colpa, immancabilmente, l’hanno poi attribuita alle istituzioni. Premettiamo, e ci mancherebbe, che a noi il pane piace e chi ci conosce sa che si vede anche. Tuttavia non siamo mai riusciti a comprendere come si arriva alla formazione definitiva del prezzo del pane. A Marsala centro costa un “tot” ma in tema di libero mercato, se vi spostate di qualche chilometro e a volte di qualche metro, il prezzo varia. Nei supermercati, avvolto in pellicole di plastica, ha un prezzo che varia da esercizio ad esercizio. Sono tempi difficili e storicamente il pane ha fatto sempre da termometro del malumore della gente. Quando il popolo era affamato assaltava i granai. Questa è storia, magari dalle nostre parti non recente, ma c’è poco da discutere. Naturalmente non siamo a questo e, ci mancherebbe altro, tifiamo perché ci si arrivi. Ci mancherebbe. Tuttavia, ci sbaglieremo amici panificatori, ma il clima non è dei migliori. Noi rispettiamo il vostro lavoro, siete anche voi vittime di una crisi di cui non avete colpa. Tuttavia in tema di confusione ci state mettendo del vostro. Siamo contrari ad ogni cartello, ma vorremmo capire come a distanza di pochi chilometri, a volte di pochi metri, a parità di condizioni, il prezzo del prodotto finito varia in modo considerevole. Un aneddoto, probabilmente falso e molto abusato, racconta che durante le fasi che precedettero la presa della Bastiglia, in piena Rivoluzione Francese, la regina Maria Antonietta, sentendo gli schiamazzi della gente, chiese al suo seguito di che si trattasse: “Maestà, il popolo protesta per la mancanza di pane” le fu risposto. La regina senza scomporsi rispose: “Perché non mangiano le brioches?”. Di lì a poco come l’augusto consorte Luigi XVI sarebbe stata ghigliottinata. Sul pane se ne scrivono tante; è buono, friabile, gustoso e a volte persino duro. Rimaniamo su questi aggettivi e non fateci aggiungere anche “costoso”.
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