Continua la corsa verso il palazzo di città dell’avvocato Giuseppe Benenati che ha, da poche ore, presentato al segretario comunale la lista PSI e la squadra di governo a sostegno della sua candidatura. Sono due donne su tre gli assessori designati dal legale alcamese. Nell’intervista a noi rilasciata, Benenati ha criticato il ritiro della lista di Giacomo Sucameli per sostenere, al suo posto, Vincenzo Cusumano del PD
Lei ha, da poche ore, presentato la lista PSI che appoggia la sua candidatura a sindaco. Quali sono gli assessori che ha designato?
Intanto, come vice sindaco, il dottore Gaetano Gallo, un funzionario regionale dell’assessorato all’agricoltura in pensione. Poi, Stella Campo, insegnante in pensione e imprenditrice agricola. Infine, Maria Carmela Di Giovanna, moglie del ginecologo in pensione Cutino, molto competente nel settore dell’agricoltura. Siamo due uomini e due donne. Parità di genere anche nella giunta.
La sua lista dei consiglieri è stata completata?
Noi non abbiamo mai avuto problemi di numero.
Però, una delle liste che la sosteneva ha avuto dei problemi.
Noi non sappiamo che problemi ha avuto l’altra lista che mi sosteneva, perché c’era fino ad un certo punto, poi, non l’abbiamo più vista. Ha fatto un altro percorso. Fare polemiche di nuovo su questa cosa, sinceramente, mi dà un po’ fastidio. Questi siamo: pochi, ma buoni.
C’è stato un chiarimento con Giacomo Sucameli?
La lista che mi ha improvvisamente abbandonato, è la lista che mi aveva cercato. Aveva tanto insistito che io, prima di dire sì, ho detto 100 no. Intanto, perché io avevo dato. Mi ero candidato nel 2007. Quindi, credevo già fosse un’esperienza chiusa. E, poi, io sono in una situazione particolare della mia vita: il 30 luglio si sposa mio figlio. L’unico figlio che ho. Tutto era concentrato su quel matrimonio. Fino a pochi giorni fa, mi interessava poco di queste elezioni. Loro non soltanto sono venuti a cercarmi con l’onorevole Ruggirello, hanno insistito per le primarie, mi hanno pregato ma, dopo, visto che questa esperienza delle primarie non si è fatta più, mi hanno chiesto di continuare. Mi hanno detto “A prescindere da quello che è successo, lei vuole continuare con noi? Noi siamo disponibili a uscire dal PD, a fare un movimento”, che era Democratici per Alcamo. Ho visto che vi era la convergenza del Partito Socialista e mi è sembrata una cosa buona e giusta e, dopo diverse sollecitazioni, ho deciso di dire sì. Ecco perché questo improvviso voltafaccia, all’ultimo minuto, mi ha molto meravigliato, soprattutto, mi è molto dispiaciuto. Si è sparsa la voce ad Alcamo che io mi volevo ritirare. Effettivamente, dico la verità, ci ho pensato, perché mi sono sentito abbandonato da quelli che mi avevano cercato. A parte il fatto che non volevo nemmeno vincolare il Partito Socialista, perché il partito socialista è un partito di amici, di persone che conosco, ma che si è aggiunto a questo percorso dopo.
Lei, infatti, non appartiene a quell’aria politica.
No. Io non ero il candidato del Partito Socialista. Io ero il candidato della lista Democratici per Alcamo. Il PSI aveva accettato questa candidatura, aveva sposato il progetto, collaborato con me a fare il programma. Quindi, mi è sembrato giusto, nel momento in cui c’è stato questo improvviso voltafaccia, di rimettermi nelle mani del Partito Socialista, e ho detto “Guardate, io capisco che la situazione è questa. Non l’ho creata io, non l’ho voluta io. Quindi, decidete voi quello che volete fare. Se volete continuare, se volete ripensarci, se volete fare un altro percorso”. Mi hanno chiesto con insistenza di continuare, perché nel frattempo le persone si conoscono, si affezionano, condividono idee, programmi. Si crea anche il rapporto di amicizia, di simpatia. Quindi, mi hanno chiesto di continuare ed io a prescindere da quello che succederà, ho deciso di continuare.
Sucameli, come lei ha detto, ha voluto fortemente la sua candidatura. Adesso appoggerà quella coalizione formata da Pd ed UDC di Mimmo Turano che ha criticato.
Certo. Se voi guardate il percorso fino a qua, il Partito Democratico ha fatto una serie di comunicati “Mai con Turano, mai con Scala”. Quando l’onorevole Ruggirello ha deciso di fare questo altro percorso, avevano fatto altri comunicati “Meno male che se ne sono andati. Non vogliamo avere più niente a che fare con loro”. Poi, si vede che in politica la gente cambia opinione in maniera troppo repentina, che a me non piace, perché quando io do la parola cerco di mantenerla. La situazione è questa. Noi facciamo buon viso a cattivo gioco. Siamo più motivati di prima.
Nel 2007 lei si è candidato contro Giacomo Scala. Oggi, è sostenuto da una parte della giunta del suo ex contendente, come Giacomo Paglino, che si trova a combatterlo.
Questa è una domanda che deve rivolgere a Paglino e non a me. Io ritengo di essere stato sempre coerente con le mie posizioni. Io sono un uomo di centro, un moderato. Le mie idee le conoscono tutti ad Alcamo. Io non ero con il centro-destra perché sono un uomo di destra. Io ero nel centro-destra perché il centro-sinistra era occupato da persone con le quali io non volevo avere nulla a che fare. Su questo io sono stato chiaro sin dall’inizio. Ho avuto degli scontri violentissimi anche in atti giudiziari con Scala e, soprattutto, con Papania. Io sono stato sempre in un posto diverso da quello dove sono stati loro. Loro erano a sinistra? Io a sinistra non ci potevo andare. Ora, la situazione politica è cambiata, ma io sempre nello stesso posto sono stato. Certo, capisco il passaggio, il mutamento di percorso che hanno dovuto fare gli amici del Partito Socialista. Vuol dire che anche loro si sono resi conto che qualcosa in quella coalizione non andava. D’altronde la storia non l’ho scritta io. La storia l’hanno scritta le sentenze. Quello che io da sempre ho sospettato, ora è stato accertato in maniera chiara e puntuale dalla sentenza: ad Alcamo, purtroppo, negli ultimi vent’anni si era creato un regime, un sistema di potere che io non condividevo. A qualcuno piaceva, a me no, e l’ho combattuto con tutte le mie forze.
Lei si riferisce alla recentissima sentenza che ha condannato Papania per voto di scambio. In quel processo si è costituito parte civile ed è stato difensore dell’avvocato Niclo Solina. Dunque, asserisce che quel sistema esisteva anche nel 2007?
Non è che lo dico io. Io credo che ad Alcamo questo sistema lo sapessero pure le pietre. È una cosa evidente. Ad Alcamo per un certo periodo di tempo il sistema politico è stato bloccato da due personalità forti che hanno concentrato su di loro tutto il potere. Mi riferisco, soprattutto, al senatore Papania. Questo è ovvio. Io non l’ho mai nascosto, l’ho sempre detto con garbo, senza mai forzare i toni. Ritengo di non aver mai offeso nessuno. Qualcun altro mi ha offeso.
A proposito di toni, a breve ci sarà la sentenza sulla diffamazione dell’ex sindaco Bonventre nei confronti di Niclo Solina. Che significato politico potrebbe avere tale giudizio?
Io ritengo che la causa non ha e non debba avere alcun significato politico. Non c’entra niente la politica. L’occasione è stata la politica. È una causa per diffamazione che guarda caso è avvenuta sul palco di un comizio. Anch’io in questa campagna elettorale sono stato costretto a presentare una querela nei confronti dell’eurodeputato Corrao per una mia legittima osservazione sulla ipotetica soppressione del reparto di chirurgia di Alcamo. Sopporto a mala pena le critiche, di sicuro sono allergico agli insulti.
Linda Ferrara