Stop agli impianti di riciclo della plastica: 1,8 milioni di tonnellate a rischio

redazione

Stop agli impianti di riciclo della plastica: 1,8 milioni di tonnellate a rischio

Condividi su:

lunedì 17 Novembre 2025 - 16:31

Era nell’aria ed ora la problematica è arrivata anche in Sicilia. Anche nelle città trapanesi e in tutta l’isola non si può più smaltire il materiale plastico, nè conferirlo nei centri di raccolta nè gettarlo negli appositi mastelli: non passerà nessuno a raccoglierlo. Il riciclo della plastica in Italia tocca il punto più critico della sua storia. Assorimap, l’associazione che rappresenta il 90% dei riciclatori e rigeneratori italiani, ha annunciato lo stop agli impianti: una decisione drastica, maturata “dopo anni di sopravvivenza” e in assenza delle misure urgenti richieste al Governo. Le perdite sono ormai “insostenibili” e mettono a rischio una filiera da 350 imprese, 10mila addetti e 1,8 milioni di tonnellate di capacità produttiva.

Gli effetti del blocco

Il blocco avrà effetti immediati su tutto il ciclo dei rifiuti: i piazzali dei centri di stoccaggio sono saturi e, senza la lavorazione dei lotti, la raccolta differenziata potrebbe fermarsi nel giro di poche settimane. I numeri descrivono una crisi profonda: gli utili sono crollati dell’87% in due anni, mentre il fatturato segna un -30% dal 2022. Da mesi Assorimap dialoga con il MASE e il MIMIT, ma senza risultati. In una lettera al ministro Pichetto Fratin, già a settembre, l’associazione parlava di un comparto “non più in grado di proseguire”. Le cause sono note: costi energetici tra i più alti d’Europa, concorrenza dei polimeri vergini low cost e importazioni extra-UE senza tracciabilità. Per questo Assorimap chiede interventi chiari: contenuto riciclato obbligatorio negli imballaggi anticipato al 2027, crediti di carbonio, certificati bianchi e controlli doganali rafforzati.

Crisi estesa all’Italia e all’Europa

La crisi però non riguarda solo l’Italia. A settembre, 28 associazioni europee – tra cui Assorimap – hanno denunciato alla Commissione UE un crollo dell’8,3% della produzione di plastica e una quota di mercato europea scesa dal 22% al 12% in vent’anni. L’Europa è sempre più esposta alla concorrenza internazionale e il nuovo Regolamento Imballaggi rischia di aggravare il quadro se non verranno distinti doganalmente i polimeri riciclati da quelli vergini. Il Report Assorimap 2024 fotografa la contraddizione del settore: i volumi crescono (+3,2%), ma il mercato resta fermo e i prezzi non coprono i costi. L’energia supera i 135 €/MWh e le importazioni a basso costo continuano a entrare senza controlli. Eppure, il riciclo potrebbe evitare 7,2 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno, un valore che però oggi non viene riconosciuto. Assorimap rilancia un appello chiaro: senza misure immediate, la filiera del riciclo rischia di collassare, trascinando con sé una parte fondamentale dell’economia circolare italiana. Il tempo, avverte il presidente Walter Regis, “è già scaduto”.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta