Aeroporti: Palermo investe, Comiso ‘esplode’ e Trapani da rilanciare, pochi voli in inverno

redazione

Aeroporti: Palermo investe, Comiso ‘esplode’ e Trapani da rilanciare, pochi voli in inverno

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lunedì 17 Novembre 2025 - 07:49

Il sistema aeroportuale siciliano sta vivendo un momento di grande fermento. Da Palermo a Comiso, l’isola sta ridisegnando il proprio modello di mobilità e accoglienza, puntando su infrastrutture moderne e nuovi collegamenti per sostenere turismo, economia e continuità territoriale. In questo scenario in evoluzione, due scali stanno mostrando un dinamismo sorprendente: il “Falcone-Borsellino” di Palermo, pronto a cambiare volto nei prossimi anni, e il “Pio La Torre” di Comiso, protagonista di una crescita lampo che ha superato ogni più ottimistica previsione.

Punta Raisi cresce sempre di più

A Palermo, Gesap ed Enac hanno definito un piano da 250 milioni di euro per il prossimo decennio. L’investimento prevede l’ampliamento dello scalo con nuove aree dedicate al traffico internazionale e servizi potenziati, capaci di sostenere flussi turistici in costante crescita. Le ricadute economiche sono già state stimate: l’effetto moltiplicatore è pari a tre volte il capitale investito, con un impatto di circa 900 milioni di euro l’anno tra valore generato dai passeggeri e attività dell’indotto. Una spinta che potrebbe creare oltre 12 mila posti di lavoro e trasformare l’aeroporto in un hub strategico per tutta la Sicilia occidentale.

Schifani orgoglioso di Comiso

A brillare, però, è anche Comiso, decollato con una forza inattesa. A due settimane dall’avvio della continuità territoriale, scattata il 1° novembre, lo scalo ha registrato 10 mila passeggeri sulle tratte per Roma e Milano, con un incredibile 99% di riempimento sul volo Comiso–Linate. Le prenotazioni superano già i 30 mila biglietti, tanto da spingere il vettore Aeroitalia a valutare nuove rotazioni. Nel frattempo, la Regione ha programmato il potenziamento dei collegamenti pubblici da e per l’aeroporto per sostenere la crescita della domanda.

E Trapani? Rilancio avviato, ma la strada è ancora lunga

In questo quadro dinamico, il destino dell’aeroporto di Trapani-Birgi resta il tema più delicato. Da tempo il presidente della Regione Schifani e il presidente di Airgest Salvatore Ombra ribadiscono la volontà di rilanciare lo scalo, che negli ultimi anni ha comunque compiuto progressi significativi: in primavera è previsto l’ampliamento della struttura, con interventi tra i 2 e i 3 milioni di euro, e da quest’inverno Ryanair è tornata a inserire la propria base operativa al “Vincenzo Florio”. Nonostante i segnali positivi, Trapani non è ancora vicina alla piena operatività.

Quali mete a Birgi?

Per le vacanze natalizie le mete estere raggiungibili sono appena tre: Baden Baden, Malta e Londra. La programmazione internazionale proseguirà soltanto nei mesi successivi: a gennaio decolleranno Bratislava, Bruxelles, Katowice; tra marzo e aprile si aggiungeranno Lublino, Bournemouth, Düsseldorf, Saarbrücken, Stoccolma e Siviglia, mentre a giugno sarà inaugurato il collegamento con Manchester. Sul fronte nazionale, Birgi offre oggi voli verso Bologna (4 volte a settimana), Bergamo (giornaliero), Pisa (3), Roma (2/3), Torino (2) e Venezia Marco Polo (2). Nei prossimi mesi tornerà Pescara, mentre da aprile si aggiungeranno Bari, Milano Malpensa e Verona. La concorrenza con Palermo è forte, ma Trapani potrebbe diventare il punto di riferimento per tutta la Sicilia occidentale e l’agrigentino, area in cui qualcuno ipotizza persino la costruzione di un nuovo aeroporto. Una prospettiva che apre una domanda inevitabile: perché creare nuove infrastrutture quando è possibile potenziare Birgi, migliorare l’accessibilità, e sviluppare trasporti – ferroviari e autostradali – che oggi risultano ancora del tutto insufficienti? La sfida è aperta. Palermo cresce, Comiso sorprende, e Trapani deve ora trovare il proprio spazio nella mappa della nuova Sicilia che vola.

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