3-6-8 e 3-6-7: sono cifre incise indelebilmente nel cuore di Pietro Bartolo, medico di Lampedusa ed ex europarlamentare. In commemorazione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, indetta per il naufragio di migranti avvenuto il 3 ottobre 2013 in prossimità della costa lampedusana, Pietro Bartolo porta ancora una volta la sua testimonianza diretta al Liceo Scientifico “P. Ruggieri”, ricordando quei lunghi giorni di 368 di ispezioni di cadaveri, 368 “incontri” con vite spezzate a poche centinaia di metri dalla terra della speranza. 367 persone, tra bambini, donne, uomini, e un neonato, venuto al mondo mentre sua madre lo stava lasciando, e morto legato a lei dal cordone ombelicale in un abbraccio eterno poi custodito in un’unica pietosa bara bianca, la 367esima.


L’esperienza riferita con garbata e sentita emozione dall’onorevole Bartolo, in relazione alla sua lunga presenza per gli sbarchi nella sua isola, è stata introdotta da Salvatore Inguì, protagonista come assistente sociale di tanti viaggi in paesi tormentati da guerre, soprusi, fame e carestie. Attraverso un cartellone realizzato dell’antropologa inglese Toni De Bromhead, presente anche lei all’incontro, nella modalità dei “cuntastorie” dell’antica tradizione siciliana, Inguí ha raccontato il viaggio di fatiche e stenti che porta i migranti dal loro Paese alle nostre coste.
È stata una mattinata densa di emozioni e di spunti di riflessione, in cui le testimonianze di Bartolo e di Inguì si sono intersecate, lasciando ai ragazzi una esortazione a superare il muro dell’indifferenza nei confronti dei meno fortunati, a leggere, a informarsi, a sentire le più disparate fonti, ad accostarsi con empatia a tutte le persone, a viaggiare per conoscere in prima persona i più diversi contesti, a consolidare uno spirito critico che si alimenti di pluralismo e di scelte autonome e responsabili.