Appena pochi giorni fa, Mazara del Vallo si è svegliata ancora una volta “prigioniera” delle sue barriere ferroviarie. La mattina di giovedì 25 settembre, un guasto tecnico ai passaggi a livello ha paralizzato per ore la città, soprattutto nella zona di via Madonna del Paradiso, bloccando il traffico e isolando interi quartieri. Non è il primo episodio e, temono i cittadini, non sarà l’ultimo. La vicenda riaccende un dibattito che da anni resta senza risposte concrete: come liberare Mazara dall’incubo dei passaggi a livello?
L’ultimo (ennesimo) guasto
Secondo alcune ricostruzioni, un malfunzionamento alla stazione di Marausa – sulla linea ferroviaria che collega Trapani a Castelvetrano – avrebbe provocato la chiusura simultanea di tutte le barriere del tratto, costringendo automobilisti e pedoni a soste forzate interminabili. Solo l’intervento manuale dei tecnici, non immediato, ha permesso di ripristinare la normalità. Nel frattempo, la città si è trasformata in un imbuto: code, arterie secondarie congestionate, ritardi per lavoro e per la scuola, nervi tesi tra automobilisti esasperati. “Non è possibile restare bloccati così – lamenta un residente –, senza sapere quando finirà”. “Ogni volta – scrive un cittadino sui social – ci dicono che qualcosa cambierà, ma non cambia mai nulla”. Una testimonianza che sintetizza lo stato d’animo di molti mazaresi, ormai stanchi di convivenze forzate con un’infrastruttura percepita come vecchia e inadeguata.
Problemi che durano decenni
La questione dei passaggi a livello non è dicerto nuova. Già nel marzo 2024 l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Salvatore Quinci, aveva presentato in conferenza stampa alcune ipotesi: rimozione di alcuni passaggi, accordi con RFI (Rete Ferroviaria Italiana), possibilità di sottopassi o cavalcavia. Erano presenti anche il consulente Danilo Marino, l’assessore Gianfranco Casale e l’ex assessore Francesco Santangelo. Ma a un anno e mezzo di distanza, di quelle proposte non restano che dichiarazioni d’intenti. Eppure un esempio di “città senza barriere” Mazara lo ha vissuto di recente. Durante i lavori di ammodernamento della linea Palermo–Trapani, tra aprile e settembre 2024, i treni furono sostituiti da bus e i passaggi a livello rimasero aperti. Per diversi mesi la città ha conosciuto la fluidità del traffico senza interruzioni, un assaggio concreto di come potrebbe essere la mobilità senza code o stop improvvisi. Un’esperienza che molti cittadini ricordano ormai con nostalgia, e che oggi diventa un termine di paragone impietoso. Il guasto dei giorni scorsi non è quindi solo un episodio tecnico, ma un campanello d’allarme politico e sociale. Ogni blocco mette in luce la fragilità di una rete viaria che dipende ancora da meccanismi di oltre un secolo fa, e che contrasta con le esigenze di una città moderna.
Servono investimenti nel settore ferroviario
La soluzione, in questi casi, non può essere affidata soltanto alla manutenzione straordinaria: servono investimenti strutturali, piani a lungo termine, chiarezza su tempi e risorse. Mazara, insomma, chiede risposte: una roadmap precisa, un impegno istituzionale reale, la volontà di rompere l’immobilismo che da troppo tempo lascia i cittadini ostaggio delle barriere. Fino ad allora, ogni guasto rischia di trasformarsi in una paralisi urbana, con costi sociali ed economici sempre più difficili da sopportare. Il monito lanciato dall’ennesimo blocco è chiaro: le promesse non bastano più. Perché una città che si ferma a ogni guasto non può guardare al futuro con fiducia.