Daniele Nuccio: “Marsala sembra una città rassegnata. Per il futuro si punti alla qualità del consenso”

Vincenzo Figlioli

Daniele Nuccio: “Marsala sembra una città rassegnata. Per il futuro si punti alla qualità del consenso”

Condividi su:

martedì 15 Luglio 2025 - 06:45

Per cinque anni ha parlato tanto, intervenendo a più riprese nel dibattito politico e cercando di farsi interprete di un’idea di cambiamento che una parte della comunità marsalese chiedeva con forza. Dalle amministrative del 2020 in poi, Daniele Nuccio ha deciso di ridurre quasi del tutto i suoi interventi pubblici, continuando comunque a seguire la politica con interesse. Cinque anni dopo, a ridosso della campagna elettorale della prossima primavera, molti tra coloro che hanno seguito con attenzione il suo percorso politico si chiedono quale sia il suo pensiero a riguardo.

Come vede la città?

La percezione che ho, evidente a tanti, è che la città sia affetta , oltre che da criticità che esulano dalle responsabilità di chi amministra, da una grave forma di rassegnazione. E’ come se la città si fosse arresa all’irredimibilità, in ambito sociale e culturale, fatte salve alcune piccole sacche di resistenza. Credo che in questi anni abbia prevalso l’individualismo a discapito di quei percorsi di progresso che la città dovrebbe avere.

Come avrebbe operato in Consiglio comunale se fosse stato rieletto nel 2020?

Avrei continuato a fare le pulci agli atti amministrativi, avrei continuato nell’opera di controllo sui corto circuiti della macchina amministrativa. L’ultima relazione della Dia conferma che il tessuto della provincia di Trapani resta profondamente inquinato e questo impone una riflessione ulteriore agli organi di indirizzo e controllo a fare più e meglio. Probabilmente avrei cercato di fare da connettore tra pezzi di società che restano ai margini della vita politica e che tanto hanno da dare.

Cosa resta della battaglia coraggiosamente condotta alla guida della Commissione d’inchiesta sui servizi sociali in città?

Resta la consapevolezza di aver fatto ciò che era giusto fare nell’interesse dell’ente che amministravamo e degli utenti, che erano le vittime del sistema che contestavo. Sull’oggi non saprei rispondere e non saprei esprimere valutazioni. Spero che sia comunque passato il messaggio che se si opera in buona fede e non si hanno padroni si può fare da argine a qualsiasi distorsione, che in un territorio come il nostro sono ricorrenti laddove sono presenti interessi importanti.

L’esperienza di Cento Passi si è conclusa. Quale gruppo politico sente più vicino in questo momento?

In questo momento mi sento molto vicino ad Antonella Ingianni ed Europa Verde. Abbiamo avuto il piacere di ospitare al mio locale Leoluca Orlando durante la campagna elettorale per le Europee, conclusa con la sua elezione.

La sconfitta del 2020 è stata devastante per il centrosinistra marsalese. Ci sono le condizioni per riportare il campo progressista alla guida della città?

Poco dopo la disfatta del 2020 chi ha un po’ di memoria sa che si poteva fare diversamente, era evidente che sebbene Alberto Di Girolamo non sia stato il peggior sindaco della storia, restano errori politici che hanno condizionato il risultato elettorale. In tanti pensavano che quella stagione avrebbe rappresentato l’occasione di un rinnovamento politico e che Alberto Di Girolamo avrebbe favorito quel ricambio generazionale e l’avvio di un nuovo corso politico. Così come da un punto di vista meramente elettorale ho riportato più volte l’esempio di Winston Churchill che aveva sconfitto i nazisti, ma poi aveva perso le successive elezioni in Inghilterra. La cosa grave è che le macerie che abbiamo prodotto sono ancora lì, le difficoltà di oggi hanno radici in quel passato e dal mio punto di vista sarebbe assolutamente riduttivo addebitare le responsabilità di quella disfatta a una sola persona. L’unica cosa che chiesi pubblicamente era di fare i conti con quello che era accaduto, quantomeno per evitare che il centrosinistra nelle competizioni successive si ritrovasse a scontare gli stessi identici errori.

Il progetto di Andreana Patti può essere quello giusto per la città?

Sulle sue qualità personali la penso come nel 2020, quando la proposi come candidata a sindaco. Tuttavia, allo stato attuale noto che nessuno vuole prendersi la responsabilità di indicare con chiarezza il perimetro della coalizione. Di conseguenza, per me è prematuro esprimere giudizi almeno fino a quando non avrò compreso su quali gambe cammineranno idee e progetti. Lungi da me un approccio settario e incapace di valutare alleanze più larghe rispetto al centrosinistra tipico, tenuto conto che la legge elettorale impone coalizioni ampie. Il tema su cui dovremmo concentrarci tutti è: perchè ci candidiamo? Se l’obiettivo è vincere, la migliore strategia è quella di Massimo Grillo, che ha messo assieme quante più liste possibili, al di là delle persone presenti. Basti pensare che un potenziale candidato quale è Nicola Fici, con cui ho condiviso l’esperienza di Cento Passi, non fa mistero di voler essere il candidato del centro-destra unitario, scadendo così nell’antica pratica del trasformismo. E in quest’epoca storica con la peggiore destra al governo è quanto dire…Se l’obiettivo è cambiare qualcosa, è necessario mettere tra i punti centrali di un’alleanza la qualità del consenso che ricerchiamo e il coraggio di dire no a quanti hanno contribuito negli ultimi 30 anni a ridurre il territorio alla marginalità politica, al provincialismo e al clientelismo quale unico strumento per far valere un diritto. Tutto ciò è evidente guardando l’amministrazione in carica, implosa in più occasioni a testimonianza che alla base del progetto non c’era il cambiamento ma l’occupazione del potere per il potere.

Daniele Nuccio si candiderà al Consiglio comunale?

Non credo.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta