Noto Sondaggi 2025, rivela per il Sole 24 Ore il gradimento dei sindaci italiani in base ai capoluoghi di provincia. Per la prima volta, il gradino più alto del podio è di un sindaco di Fratelli d’Italia, ovvero Marco Fioravanti, al secondo mandato alla guida di Ascoli Piceno. Al secondo posto Michele Guerra, sindaco di Parma e al terzo Vito Leccese, primo cittadino di Bari. In generale c’è un aumento di gradimento per i sindaci di centrosinistra, anche se quelli di centrodestra resistono nella media nazionale.

Top sindaci siciliani
Il primo dei siciliani presenti, al 25° posto, è il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì, sostenuto da una coalizione di liste civiche, seguito dall’agrigentino Francesco Miccichè (pure lista civica) e da Enrico Trantino di Catania di area centrodestra. Si deve scendere per arrivare a Messina guidata da Federico Basile che però è uno di quelli che meglio recupera voti; poi c’è Enna con Maurizio A. Di Pietro e Walter Tesauro a Caltanissetta. Ancora più in fondo alla classifica si piazza Francesco Italia di Siracusa. Perde il 2,5% del gradimento Giacomo Tranchida, primo cittadino di Trapani sostenuto dal centrosinistra che è penultimo nella classifica dei sindaci italiani più apprezzati, ma comunque fa meglio dell’ultimo posto di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo ed ex assessore di Nello Musumeci. Nell’edizione del 2024 Lagalla era penultimo, precedendo solo il collega di Trapani, quest’anno in pratica, si sono scambiati i posti.
Il gradimento dei presidenti di Regione
Nell’indice di gradimento dei presidenti di Regione, conferma al primo posto di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia seguito da Luca Zaia per il Veneto e da Alberto Cirio, tutti del centrodestra. Al sesto posto racimola consensi il Governatore siciliano Renato Schifani, al 56,5% del gradimento recuperando un +14,4% ed è il Presidente di Regione che cresce di più. Si è inoltre tornati a discutere di un possibile rinvio del voto alla primavera del 2026, chiesto prima di tutto dal presidente campano: con la motivazione ufficiale dell’incrocio fra la scadenza annuale, figlia dello slittamento eccezionale nel 2020 invaso dal Covid, e la chiusura dei bilanci regionali, e con un occhio alla possibile ricaduta di una riapertura del tira e molla sul limite ai mandati.