Dal 10 settembre nel porto di Marsala è ormeggiata un’imbarcazione che, al massimo del suo carico, può salvare 300 vite umane. Si tratta del veliero Astral, della Ong Open Arms, che ieri pomeriggio è stato visitato da parte di una rappresentanza del Circolo Europa Verde di Marsala, dell’Associazione Amici del Terzo Mondo, della delegazione marsalese di Libera, dell’Associazione Archè, delle Educatrici volontarie di Bologna e padre Mario Pellegrino, missionario marsalese in Sud Sudan.
L’incontro che si è tenuto a bordo della barca ha rappresentato un’importante occasione per esprimere il sostegno della comunità locale e delle associazioni attive nella difesa dei diritti umani nei confronti dell’equipaggio di Open Arms. Durante la visita le delegazioni hanno espresso preoccupazione per il clima politico degli ultimi anni, sottolineando come, dal governo Gentiloni fino agli attuali esecutivi, si stia assistendo a una crescente criminalizzazione delle attività di soccorso in mare.
“Il diritto di salvare vite umane è un principio fondamentale del diritto internazionale – hanno ribadito i rappresentanti delle associazioni presenti – eppure stiamo vedendo uno sforzo continuo e deliberato da parte dei governi per piegare questo principio, nel tentativo di renderlo illegale”.
Il dibattito con il Capitano Savvas Kourepinis e il responsabile delle Operazioni dell’Astral si è incentrato su come le normative più recenti, che prevedono pesanti sanzioni e la limitazione delle operazioni di soccorso, stiano mettendo a rischio la vita di migliaia di persone in difficoltà. Le delegazioni hanno espresso la loro ferma opposizione a tali politiche e hanno dichiarato il proprio impegno a supportare Open Arms e altre realtà che, nonostante le difficoltà, continuano a portare avanti la loro missione umanitaria.
“Il nostro sostegno è incondizionato – hanno concluso i componenti della delegazione – e continueremo a lavorare affinché il soccorso in mare venga riconosciuto e tutelato come un diritto inviolabile”.
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