Il film “Iddu” a Mazara, Elio Germano: “L’apparente mondo perbene”

redazione

Il film “Iddu” a Mazara, Elio Germano: “L’apparente mondo perbene”

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mercoledì 09 Ottobre 2024 - 08:04

A margine dell’anteprima di Iddu al Multisala Grillo a Mazara del Vallo, i registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza e l’attore Elio Germano, insieme all’attore mazarese Alessandro Burzotta, hanno incontrato il pubblico presente per parlare della pellicola. “Studiavamo la figura – spiega Fabio Grassadonia – da un po’ di anni, tra atti processuali esistenti e la grande quantità di pizzini ritrovati. E su quello avevamo messo a punto un ritratto psicologico ben preciso. Quando poi Messina Denaro è stato arrestato, sono emersi nuovi documenti. È emerso il suo corpo, la sua voce. Con le nuove acquisizioni investigative abbiamo verificato se l’ipotesi di questo ritratto psicologico di questo criminale rispondesse a tutto ciò. Abbiamo riscontrato un’assoluta coerenza, così abbiamo continuato il lavoro che stavamo facendo”. 

Iddu – L’ultimo Padrono è il terzo atto di una trilogia dei due registi: “Anche i nostri due film precedenti – afferma Antonio Piazza – ovvero Salvo e Sicilian Ghost Story hanno trattato l’argomento mafioso e pensiamo, anzi siamo certi, che questo lo concluda. I tre film hanno in comune il colore nero: Salvo è un noir, Sicilian Ghost Story racconta la storia di Giuseppe Di Matteo vista attraverso il punto di vista di una compagna di scuola innamorata di lui ed è una favola nera. Qui in un modo molto singolare entra il ridicolo, la commedia. Com’è possibile con questa storia? Perché leggendo i famosi pizzini e approfondendo il mondo che ruotava attorno al latitante ci siamo resi conto che indagine e ridicolo si mischiavano in modo inscindibile, una cosa non sorprendente per noi siciliani”. 

Grandi applausi per l’attore romano Elio Germano, che presta il volto al boss Matteo: “Il film a discapito del titolo è un film corale, con tantissimi attori. Si racconta la malavita ma anche quello che sembra apparentemente il mondo delle persone perbene. Ci sono tanti personaggi di tanti tipi. Abbiamo lavorato con tanti colleghi e colleghe anche non siciliani o di parti della Sicilia diverse. Abbiamo avuto il privilegio di avere un collega, Alessio Piazza di Marsala, che si è messo a disposizione per creare questo linguaggio comune alla famiglia e poi a tutti gli altri. Abbiamo girato qui, da queste parti, l’anno scorso un po’ in incognito. Forse qualcuno ci ha anche incrociati, ma siamo stati molto bene e di questo voglio ringraziare tutti”. Anche l’attore mazarese Alessandro Burzotta è intervenuto tra gli applausi dei suoi concittadini: “Oggi per me si realizza un altro sogno, quest’anteprima a Mazara in mezzo alla mia gente, la mia famiglia, i miei amici. E poi volevo ringraziare Fabio e Antonio per questo battesimo, per cui non potevo scegliere padrini migliori. E poi ho avuto il privilegio di recitare con il mio attore preferito, Elio”.

Proprio sul lavoro del mazarese Alessandro Burzotta si sono soffermati i due registi, raccontando un paio di aneddoti:Per la prima volta – ha spiegato Fabio Grassadonia – abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di lavorare con un grandissimo cast, attori straordinari con cui si è creata una famiglia. Si è lavorato bene in pre-produzione, durante il set con grande e profonda comprensione. È stato un privilegio. Su questo grande cast è arrivato Alessandro che è un attore di teatro straordinario. Era però il suo esordio davanti a una macchina da presa, un esordio complicato perché sono pochi minuti in scena confrontandosi con uno dei più grandi attori italiani. Abbiamo girato di notte, pochissimi ciak, l’integrazione è stata immediata, il risultato eccezionale a livello di attori con tanta più esperienza di lui”. Anche Antonio Piazza ha detto la sua sul giovane attore mazarese: “Sul set lo abbiamo fatto piangere, ma non per cattiveria. È stato il suo primo film e dunque non sapeva che quando finisci le riprese scatta l’applauso. L’aiuto regia dice infatti ‘è l’ultimo ciak di Alessandro Burzotta’ e tutti applaudiamo, macchinisti, elettricisti e tutti. Mi sono girato e l’ho visto piangere, commosso, come a dire ‘che sta succedendo?’”.

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