Il gruppo di lavoro “Marsala – La Città che Vorrei”, capitanato da Giovanni Di Girolamo e Banca Marsalese della Memoria, hanno organizzato domenica mattina, una partecipata passeggiata a punta d’alga, itinerario tra storia e natura per valorizzare il patrimonio storico-naturalistico e promuovere l’educazione ambientale volte allo sviluppo del territorio, carte vincenti altresì per la crescita turistica della Città. Il gruppo si è radunato di fronte Villa Cavallotti da dove è iniziata la narrazione storica di Francesco Tranchida di Banca Marsalese della Memoria: “Siamo a due passi dall’ex Porta San Giovanni, costruita in legno nel 1.500 da Gaspare Paci. Nel 1.700 il portone risultò poco sicuro e venne ricostruita alla fine del secolo l’attuale Porta Nuova in muratura. Nel 1.791 il marchese Villabianca già parlava di mura di cinta ormai in stato di abbandono. Poco prima del Bastione San Francesco invece, c’era una barriera della dogana. Non c’era più la pirateria, quindi non servivano più i cannoni e non c’era più da proteggere la città”.
Sullo sfondo della passeggiata, l’ex Arena Roma, ovvero quello che dopo il 1936 divenne il Cine Teatro Impero, ampliato nel ’56, e di poco dietro il teatro, il primo campo di calcio dove venne organizzata da Alberto Woodhouse la prima partita per il 50° anniversario dello Sbarco dei Mille: “E’ grazie agli inglese che nacque il Marsala Calcio nel 1912. Solo dopo venne costruito lo Stadio odierno”.
La passeggiata si è addentrata alla Villa Cavallotti che venne inaugurata nel 1902. Sempre Tranchida: “Allora venne denominata Villa Giuseppe Garibaldi, solo dopo venne intitolato alla memoria di Felice Cavallotti, giornalista, scrittore e co-fondatore dell’estrema sinistra storica. Col regime fascista la Villa cambiò nome in Crispi e con la fine del fascismo tornò a chiamarsi Cavallotti”. L’itinerario della camminata è giunto fino al Parco della Salinella, dove nel 1.500 fu costruita una piccola salina e la casa del salinaro. Si dice che Marsala avrebbe dovuto avere tre porti, così come ha spiegato Alessandro Abrignani, di cui uno alla Salinella con l’arrivo degli spagnoli. Un momento di condivisione della storia di Marsala e delle sue risorse naturali sempre poco sfruttate.