Il 2023 si era chiuso peggio, ma il 2024 non ha fatto il suo ingresso nei migliori dei modi. Sono due e in un colpo solo, i femminicidi del nuovo anno. Aberrante considerare solo numeri, le donne romene uccise a Naro, nell’agrigentino, per mano di un 24enne della stessa nazionalità.
Ancora più insulso se le violenze vengono archiviate da un sindaco donna, con un “le due romene vivevano un pò sopra le righe”, per poi affermare che non le conosceva personalmente ma che era “quello che si dice in paese”. Con buona pace di tutte le battaglie che le donne giuste e gli uomini giusti e i centri antiviolenza fanno quotidianamente per l’affermazione dei diritti delle donne e delle pari opportunità.
Anche perchè le parole della prima cittadina di Naro – che ha pure tentato di giustificarsi – non sembrano coincidere con quello che è accaduto la sera del duplice omicidio, o meglio femminicidio.
Giovedì sera, a casa della 58enne Delia Zarniscu si tiene una cena accompagnata da cibo e alcol, alla presenza anche di un giovane romeno di 24 anni e di un altro connazionale 50enne. Il 24enne inizia a molestare la donna e lei li mette alla porta, li caccia via. Durante la cena i tre hanno parlato di una certa Maria Rus, 54enne, che viveva sola perchè si era separata da marito.
Quando i due sono andati via, il 24enne si è recato a casa della Rus, probabilmente ha abusato di lei (ma è da accertare), l’ha massacrata di botte e poi bruciata. Dopo è tornato dalla Zarniscu sfondando la porta di casa sua e fracassandole la testa con qualsiasi oggetto presente.
Ecco dunque che, cara sindaca Brandara, quanto accaduto alle due donne straniere può accadere a qualsiasi italiana, giovane o adulta che sia. Perchè non c’è ragione nella furia umana di un uomo, di qualsiasi età sia chiaro, che compie una carneficina del genere. Non c’è alcol che tenga, non c’è razza, modo di vivere liberamente la propria vita o altra motivazione valida. Peraltro, lo ricordiamo, la 58enne li aveva cacciati di casa, fatto inequivocabilmente volto a respingere qualsiasi avance o molestia.
E neppure – va detto per i leoni da tastiere facili nel chiosare ‘gli stranieri a casa loro’ – hanno colpa i romeni, considerato che la piccola ma nutrita comunità presente a Naro si è data da fare per ricostruire la vicenda e rendere testimonianza alle Forze dell’Ordine che poi hanno anche ringraziato.