Se vi chiedete se esiste (ancora) la Marsala più viva, vera, profonda e appassionata, dovete sapere che è nascosta. Proprio come quei tesori rari che il nostro patrimonio artistico, culturale e storico ci regala solo a tratti, una volta l’anno, se va bene. Si cela solo dietro le belle cose, si nutre di una “grande bellezza” a cui nessuno dà un David di Donatello.
Ma c’è, esiste e resiste. Nonostante questa Città, questo territorio, respinga con forza, a volte con riluttanza, quello “zoccolo duro” che oggi “fa” e “vive”, concretamente, questo Paese. Un’Italia che oggi dovrebbe essere plasmata da chi vede e crede ancora nella cultura, nel turismo e nello sport, ma che spesso se ne dimentica.
Giorni fa Di Maio si chiedeva – e ci vuole coraggio a porsela la domanda – se nel Paese deve cambiare qualcosa, in quanto negli ultimi 20 anni, il numero dei cittadini italiani residenti all’estero è quasi raddoppiato passando da 3,5 milioni a quasi 6,6 milioni. C’è chi ha preferito persino lavorare in Antartide!
Ebbene, la Marsala più viva martedì sera si è ritrovata a vivere nel centro urbano della Città e in una location privata, l’house concert di Carmelo Pipitone, petrosileno doc che da molti anni vive a Bologna, chitarrista fondatore dei Marta sui Tubi con 6 album all’attivo, tante collaborazioni (tra cui con Lucio Dalla e Franco Battiato), una carriera poi proseguita all’interno di super rock band come O.R.k. e Dunk (in cui confluiscono musicisti di livello nazionale e internazionale) e con due dischi solista, “Cornucopia” (2018) e “Segreto Pubblico” (2020) che sta portando live in giro per l’Italia.
Di recente Carmelo Pipitone è stato inserito da una delle più note riviste web di musica, Rockit, tra i 20 chitarristi italiani migliori di sempre. Al concerto marsalese, nato da una folgorante idea e realizzato da un gruppo di amici, sono accorsi in tanti, anche da Palermo e da Agrigento.
“Non sono solo tornato a casa per un giorno, sono tornato indietro nel tempo, più o meno a 25 anni fa, risucchiato da un vortice di affetto indescrivibile”, ha scritto il musicista sul suo profilo Facebook, perché è dannatamente bravo col suo riconoscibile fingerpicking possente, teso e cupo, che gioca sui bassi. E si è preso tutto l’applauso di chi, a fine serata, ha detto “è stato bello, organizziamone altri!”.
Le emozioni sonore tra le luci soffuse non devono farci dimenticare come quello di Carmelo Pipitone sia stato, per tanti motivi, un concerto privato, anche se ha riscosso un notevole successo.
Le attività commerciali, piegate da due anni di Covid, non hanno sempre forza e voglia di credere nelle attività culturali (anche se si stanno muovendo bene per l’estate) e l’Amministrazione comunale crea poche occasioni culturali, musicali e teatrali, se non fosse per le associazioni che si lanciano in rassegne culturali o eventi perdendosi dietro a mille cavilli in cui spesso il Comune alza le mani.
Come non si comprende che questo territorio ha bisogno di investire nella cultura, nei contenitori, anche quelli sportivi? Sono occasione ghiotta al fine di portare turisti e visitatori. Ci si sposta spesso per andare a vedere la Nazionale giocare al “Barbera”, per partecipare ad un concerto a Palermo, a Catania o addirittura fuori dallo Stretto.
Perché gli altri non possono venire da noi, sfruttando posti sconfinati come il Parco della Salinella o Villa Genna che si prestano a qualsivoglia Festival? Tonno, vino e poche idee e frequentemente sviluppate male.
Ancora una volta: la Marsala più appassionata esiste e non chiamatela nullafacente o bambocciona, non fate i Fornero della situazione. Fatela uscire fuori e conquistare la Città, le aule politiche e la strada, i teatri e gli stadi, e vi migliorerà il mondo.