La prima pietra, simbolica ovviamente, è stata posta ufficialmente. Da ieri pomeriggio, a seguito della riunione, nella sede del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani, dei componenti il Comitato, il percorso per la costituzione di una cittadella della giustizia a Trapani è stato avviato.
Il Comitato è un’organizzazione non lucrativa ed è una iniziativa autonoma, pluralista, non politica, apartitica, volontaria e democratica. Ha lo scopo di promuovere la progettazione e la realizzazione di una “Cittadella Giudiziaria”, ossia di un complesso di edifici nei quali allocare tutti gli uffici giudiziari dell’area trapanese, sì da consentire a Magistrati, Avvocati, impiegati del Palazzo di Giustizia e cittadini di disporre di una struttura adeguata alle esigenze della moderna amministrazione della giustizia, tanto nel settore civile quanto in quello penale. Presidente è stato nominato l’avvocato Vito Galluffo, promotore dell’iniziativa.
Nello specifico i sottoscrittori del documento costitutivo hanno disposto che, per il primo mandato quadriennale, il Consiglio Direttivo sia composto da quattro membri: Vito Galluffo Presidente; Dr. Giancarlo Caruso Vice-Presidente; Avv. Alberto Lo Giudice Segretario; Avv. Marco Siragusa Tesoriere. Il “comitato d’onore” vede coinvolte energie e professionalità del territorio tapanese in modo da dare concretezza, credibilità e fattibilità all’ambizioso progetto: costruire, cioè, una vera e propria cittadella della giustizia a Trapani capace di sostituire, nel tempo, il palazzo di Giustizia ritenuto vecchio e troppo oneroso in termini di ristrutturazioni ed adeguamenti.
“Ci batteremo con poche parole e molti fatti concreti per raggiungere l’obiettivo che, tutti i presenti e firmatari del’atto costitutivo, riteniamo non più procrastinabile. – ha affermato il Presidente Galluffo – La necessità di una sede sicura e all’avanguardia, dove amministrare la giustizia, riguarda tutti: l’avvocatura, la magistratura, gli ordini professionali, colorono che lavorano nell’ambito della giustizia in senso lato e i cittadini tutti. Quindi è giusto che si abbia un luogo di lavoro e di riferimento che sia degno di tale nome, un luogo dove amministrare la giustizia che non rischi di mettere in pericolo l’incolumità fisica di chi lo frequenta. Quello di Trapani è un Palazzo di Giustizia dove, nonostante i milioni già spesi e quelli che si spenderenno, presenta solo rappezzature che non gioveranno alla soluzione del problema che, anzi, diventerà sempre più drammatico”.
Anche il dottor Giancarlo Caruso, magistrato, in rappresentanza dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, ha ribadito la necessità di assicurare alla giustizia trapanese un luogo più idoneo e rispondente, anche, alle esigenze di modernità che impongono soluzioni tecnologiche innnovative: “E’ sotto gli occhi di tutti che, nonostante gli interventi sinora posti in essere, che si traducono in mesi ed anni di interventi, questi non abbiano garantito efficienza massima al palazzo di Giustizia di Trapani. Oggi, operare in un Tribunale significa anche sapere che hai a disposizione la nursery, ad esempio, e tecnologie all’avanguardia che ti consentano di snellire i tempi dei processi“.
E’ proprio a causa delle precarietà che sempre più riducono il pieno e sicuro utilizzo del Palazzo di giustizia del capoluogo che il Consiglio dell’Ordine degli avvocati ha deciso di coinvolgere il Consiglio Nazionale Forense, i presidenti della Camera Penale e Civile di Trapani, e a seguire il comitato per le pari opportunità del COA di Trapani, l’associazione nazionale dei magistrati, il presidente del polo universitario di trapani, l’IACP, l’ordine professionale dei commercialisti e il consiglio notarile di Trapani e Marsala, oltre a tutta una serie di avvocati e professionisti del territorio che hanno immediatamente aderito all’iniziativa.
Alcune aree della città di Trapani sono già state individuate e avrebbero tutti i requisiti necessari per farvi nascere la cittadella della giustizia. Una su tutte, la prima ma non necessariamente l’unica possibile: quella che insiste nella zona industriale di Trapani (in un’area demilitarizzata) dove sarebbe possibile costruire un centro polifunzionale dotato di tutti i servizi necessari.