La rete consultiva delle donne di Trapani ha lanciato una petizione online sul tema degli obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie pubbliche. Un tema più volte toccato nelle ultime settimane, anche dalla nostra redazione e che riguarda la piena applicazione della legge 194/78 sull’interruzione di gravidanza.
“Da anni la CGIL Sicilia e le diverse Associazioni femminili – si legge nel testo della petizione – denunciano che la 194 trova serie difficoltà di applicazione, in particolare a causa delle dimensioni assunte dal fenomeno dell’obiezione di coscienza di medici, anestesisti, ostetriche e persino operatori socio sanitari che operano negli ospedali siciliani e dalle resistenze alla diffusione della interruzione di gravidanza farmacologica. L’obiezione di coscienza, infatti, ormai investe inopinatamente anche la contraccezione, basti pensare all’obiezione dei farmacisti alla vendita della pillola del giorno dopo. Per noi è impensabile mettere in contrapposizione due diritti individuali, quello della donna a scegliere liberamente della sua gravidanza e quello dei medici ad obiettare, perché la scelta di interrompere una gravidanza è un atto di libertà di scontata responsabilità personale, che riguarda una donna e lei sola. Un atto cui nulla si può obiettare. Questo ha effetti diretti soprattutto sulle fasce di popolazione con minori risorse (minorenni, donne straniere, donne in condizioni economiche precarie), penalizzate quando si tratta di reperire le informazioni per accedere ai servizi o di spostarsi nel territorio per ottenere una prestazione. Quanto alla educazione sessuale nelle scuole, per sviluppare in ragazze e ragazzi un atteggiamento responsabile e consapevole rispetto alla sessualità, i consultori pubblici da anni hanno drasticamente ridotto le attività”.
In particolare, i promotori dell’iniziativa evidenziano come in Sicilia il rapporto abitanti/consultori è ben lontano sia da quanto previsto dalla legge sia dalla media nazionale. In provincia di Trapani cinque ginecologi su sei sono obiettori di coscienza e (dati del 2019) i medici obiettori sono l’82,7% e gli anestesisti obiettori il 79,2%. C’è poi il caso estremo di Marsala, in cui – di fatto – la legge 194/78 non può essere applicata, come recentemente evidenziato dal consigliere Pietro Cavasino di Marsala, che ha annunciato un atto di indirizzo che intende impegnare l’amministrazione Comunale a chiedere all’Asp competente medici non obiettori per l’ospedale “Paolo Borsellino”. Apparentemente le interruzioni di gravidanza in Sicilia risultano in discesa rispetto al passato in base all’ultimo report del Ministero della Salute, ma in realtà il dato potrebbe nascondere un’altra verità: il crescente ricorso da parte di alcune donne a strutture clandestine per abortire.
Alla luce di ciò, la rete consultiva delle donne di Trapani chiede nella sua petizione azioni che mirino a garantire la piena applicazione della 194/78 a partire dal potenziamento dei consultori e dalle campagne di informazione soprattutto nelle scuole, fra i mediatori culturali e nelle comunità straniere; maggiori risorse per garantire nelle scuole centri di ascolto e sostegno psicologico nelle scuole con personale laico specializzato e per l’intero anno scolastico; una verifica di tutti gli organici degli ospedali siciliani in relazione al numero di medici e anestesisti obiettori di coscienza;
la disposizione di concorsi pubblici per medici non obiettori, come già fatto in altre regioni italiane dove è stato accertato che tale pratica non è in contrasto con alcuna norma costituzionale.