Nell’ultima udienza del processo scaturito dall’operazione antimafia “Eden 1” il collegio presieduto da giudice Gioacchino Natoli ha dato incarico ai periti Roberto Genovese, Vincenza Lo Verde e Antonino Caiozzo per la trascrizione di due intercettazioni ambientali: una è del 29 giugno 2013 e l’altra è del 4 agosto 2013. Avranno dieci giorni di tempo per l’incarico e il 5 febbraio alle 12 ne parleranno in aula.
Nell’ultima udienza era attesa la deposizione di Girolama La Cascia, ritenuta parte lesa, ma accusata di false dichiarazioni al pm, ma il suo legale, l’avvocato Messina ha rinunciato all’esame della sua assistita, assente per ragioni di salute. Il pm Marzella ha per questo chiesto di acquisire l’interrogatorio reso al gip di Marsala e di acquisire anche il verbale di dichiarazioni rese alla Dia: “Visto che l’accusa è favoreggiamento, quel verbale è il corpo del reato”, ha detto il pm della Dda. Anche gli avvocati di parte civile – Domenico Grassa per Libera e Peppe Gandolfo per l’associazione “Paolo Borsellino” onlus si sono unite alle richieste del pm. Alla richiesta del rappresentante dell’accusa si è opposto l’avvocato Messina “Non è corpo del reato, ma dichiarazioni. E poi la richiesta è tardiva”, ha detto. Sulla stessa posizione si è detti anche l’avvocato Celestino Cardinale, difensore di Patrizia Messina Denaro. Il Tribunale si è riservato di decidere.
Al centro dell’udienza c’è stato l’esame dell’imputato Antonino Lo Sciuto – accusato di associazione mafiosa nel processo, così come Anna Patrizia Messina Denaro, sorella di Matteo, ritenuto capo di Cosa Nostra e il nipote Francesco Guttadauro – che ha risposto alle domande del pm Marzella: “C’erano sempre controversie tra me e le familiari di Filardo, la moglie Francesca Barresi e le figlie Floriana e Valentina . Ho chiesto a Lorenzo Cimarosa di intervenire con suo cognato (Giovanni Filardo) perché io non potevo andare avanti così. Ho chiesto che avesse un colloquio in carcere con Giovanni Filardo. L’azienda, quando incassava, era solita pagare i fornitori. L’amministratore era Floriana. Io gestivo uomini e mezzi, ma l’amministrazione non era compito mio. Con Francesco Guttadauro ci incontravano in un bar di Castelvetrano. Mi sfogavo con lui. Non l’ho cercato io. Ho coinvolto Cimarosa e Francesco Guttadauro perché erano parenti e avevano buoni rapporti con Giovanni. Io ho lavorato per Filardo dal 2005 fino a quando sono stato arrestato. Non ho mai avuto problemi con Giovanni, con la moglie e le figlie, non essendo competenti c’erano disguidi legati ai ritardi nei pagamenti, vista la crisi che stavano vivendo”. In aula poi si parla dei lavori al parco eolico “Vento Divino”. “Dopo l’arresto di Filardo – ha detto Lo Sciuto – mi è venuto a cercare il tecnico della Cedelt Alberto Gatta. Si parlava di lavori al parco Vento Divino. Noi li stavamo curando. Gatta mi ha detto che loro dovevano fare un lavoro a Mazara e avevano cercato altre aziende che poi non erano in condizione di fare queste opere. Noi ci avevamo già lavorato e la Cedelt e ha cercato noi. Ho rassicurato il geometra Gatta perché noi avevamo le carte apposto. L’azienda aveva iscrizione Soa” e il pm ha ribattuto: “ma Filardo era stato arrestato per mafia”. Al che Lo Sciuto ha risposto: “Ma l’amministrazione era della figlia Floriana”. “Ma lei – ha replicato Marzella – ha chiesto a Cimarosa di fare un incontro riservato con Giovanni Filardo”. “Solo per la scelta dei materiali e per le controversie con le sue familiari”. Alla fine del suo esame il pm ha chiesto a Lo Sciuto: “Lei ha chiesto al suo meccanico di controllare se c’erano microspie sulla macchina?” “Sì perché nell’auto di mia moglie c’erano sempre problemi con la centralina. Ho chiesto se c’erano corpi estranei. Se ci fossero stati, avrei dovuto sporgere denuncia”.
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