Alcamo 2021, Surdi indica la via: “Uniamo le forze per un progetto più ambizioso”

Vincenzo Figlioli

Alcamo 2021, Surdi indica la via: “Uniamo le forze per un progetto più ambizioso”

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sabato 09 Gennaio 2021 - 12:57

Covid permettendo, la prossima primavera riporterà alle urne i cittadini di Alcamo. Si avvia a concludere il proprio primo mandato il sindaco Domenico Surdi, eletto con un ampio consenso cinque anni fa, prevalendo al ballottaggio su Sebastiano Dara. Una scelta di rottura rispetto al passato per una città che da tempo riveste un ruolo strategico nel panorama politico trapanese, dai tempi della Dc di Turano fino all’exploit del Movimento 5 Stelle.

Nel 2016 gli alcamesi scelsero il cambiamento, una rottura netta rispetto alla classe dirigente del passato. Come sono stati questi cinque anni?

Sono stati cinque anni molto intensi, in cui abbiamo fatto un lavoro serio su tutte le questioni che interessano l’amministrazione comunale. Il mio bilancio è positivo, abbiamo lavorato tanto e messo in campo tantissime cose: penso all’acqua, ai rifiuti, alla macchina organizzativa, alla stabilizzazione del personale precario. Di fatto, abbiamo rimesso in moto l’attività amministrativa e negli ultimi anni abbiamo cominciato a raccogliere i primi frutti, altri verranno alla luce nei prossimi mesi o nei prossimi anni. Lasciamo nei cassetti anche tanti progetti e idee progettuali, soprattutto in ambito culturale, dove si è consolidato un metodo di lavoro che ha funzionato, incentrato sul dialogo e la coprogettazione con i vari soggetti del terzo settore. Abbiamo ripreso ad amministrare una città che veniva da un commissariamento e da anni in cui l’attività comunale si era un po’ spenta.

Cinque anni fa, vi siete presentati con un progetto targato Cinque Stelle ed Alcamo, poi risultato vincente. Nel frattempo sono cambiate tante cose e i pentastellati hanno perso per strada anche esponenti storici, provenienti dalla vostra città, come Ignazio Corrao e Valentina Palmeri. Anche la vostra maggioranza consiliare ha perso diversi pezzi: come vi presenterete alle prossime amministrative?

Condivido l’analisi, dal 2016 è cambiato tutto, sia a livello nazionale che a livello locale. Allora si entrava in un contesto che dopo le note vicende del 2012 (il riferimento è al discusso ballottaggio Bonventre-Solina, ndr) aveva creato spaccature e voglia di cambiamento, oggi le cose sono diverse. C’è un sindaco eletto col Movimento 5 Stelle che mette a disposizione della città il proprio operato. Sono convinto che sia questa la strada giusta, al di là dei calcoli elettorali. In questi anni ho imparato che amministrare è una cosa diversa rispetto a fare politica, il mio primo partito rimane Alcamo e il territorio. In questi cinque anni il Movimento 5 Stelle è molto cambiato rispetto al progetto iniziale, ci sono state delle rotture clamorose, come quella con Ignazio Corrao. Non muta, però, l’idea di cambiamento, che ritengo debba coinvolgere anche altre forze civiche, gruppi di cittadini che si riconoscono nel sindaco e nel progetto e che sono pronti a dare un contributo fattivo.

Domenico Surdi resta sempre del M5S?

Probabilmente si dovrebbe capovolgere la domanda e chiedere al movimento cosa ne pensa…In questi anni ho lavorato in linea con le idee del movimento, in cui potevano trovare espressione persone come me e altri. Nel 2016 il contesto era diverso, oggi il sindaco ha il dovere di confrontarsi col territorio anche con chi non si riconosce nel Movimento 5 Stelle ma crede nel progetto. Penso, ad esempio, ad Alcamo Bene Comune, un’espressione civica che già nel 2012 si propose per cambiare la politica in città, esattamente come il Movimento 5 Stelle. Non vedo quale ostacolo ci sarebbe, questa volta, ad unire le forze.

E’ pur vero che la vecchia classe dirigente nel 2016 era in difficoltà, oggi sembra aver ripreso quota, come dimostra l’attivismo dell’ex senatore Nino Papania che con il movimento Via ha ottenuto risultati elettorali importanti a Marsala. Non c’è, da parte vostra, il timore di un repentino ritorno al passato?

Sicuramente il contesto è diverso rispetto al 2016, ma non cambia niente rispetto al cammino che deve fare chi sostiene il progetto. Il mio obiettivo è chiudere i conti col passato, con i capitoli più complessi, e guardare con maggiore ambizione al futuro, senza nessun timore verso chi, dopo qualche anno di silenzio, è tornato a farsi sentire. Molti puntano il dito contro la mia amministrazione, ma sarei curioso di vedere cosa si propone alla prova dei fatti e di fronte alle nuove norme, che richiedono a un sindaco praticità, concretezza e capacità di non sprecare le opportunità che si presentano. Siamo pronti a confrontarci in maniera chiara e trasparente, ma la città ha già dimostrato di essere sveglia nel 2016 e direi anche nel 2012. Ho la sensazione, comunque, che i movimenti in corso siano comunque più orientati alle prossime regionali che alle amministrative, con manovre che tendono a mettere assieme pezzi che possono contare in altre sedi. A Marsala sono accadute cose che non vanno trascurate, ma ogni città ha la sua specificità.

Da alcuni anni, quando si pensa ai sindaci eletti sull’onda di una richiesta di cambiamento, si tende a citare “L’ora legale”, di Ficarra e Picone. Si sente un po’ come il sindaco di quel film?

A me l’idea del sindaco in trincea sta bene fino a un certo punto. Tra il 2015 e il 2016 la città aveva bisogno di un profondo cambiamento, sarebbe assurdo negarlo. Abbiamo ripristinato condizioni di normalità e lavorato molto per riaffermare il principio di legalità. So bene quante volte è stato rimproverato ai sindaci grillini il grido “onestà, onestà” ed è vero che questo tema non può essere appannaggio solo del Movimento 5 Stelle. Tuttavia, nella nostra terra è ancora oggi un valore da dimostrare, non è una cosa così scontata, occorre lavorare, darsi un metodo, mettere davanti a tutti il rispetto delle regole. Molti tra i risultati che abbiamo ottenuto in questi anni sono frutto della volontà di regolamentare attività e settori che erano in mano a nessuno. Quel film lascia l’amaro in bocca per il finale, ma io spero e credo che la città apprezzerà il percorso che abbiamo fatto e va valutato nel tempo. Spero che i sindaci non vengano visti come eroi in trincea, ma come amministratori che lavorare per produrre risultati concreti per la propria comunità.

Dunque, Domenico Surdi è a disposizione per una coalizione che vada dal M5S al civismo?

Più che pensare a un Surdi bis, considero arrivato il momento di mettere assieme le forze che investono nel territorio, mettendo al servizio le proprie idee. Naturalmente, senza miscellanee e giochi di palazzo.

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