L’inchiesta “Sorella Sanità”, condotta dalla Guardia di Finanza di Palermo, ancora una volta conferma la permeabilità del settore pubblico a personaggi che conducono condotte illecite, con l’obiettivo di alimentare carriere e interessi personali. Sulla vicenda, e in particolare sull’arresto del responsabile per l’emergenza Covid Antonio Candela, si è espresso anche l’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza, che proprio per questa mattina aveva convocato una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione del comparto, con l’inizio della cosiddetta fase 2. Davanti ai giornalisti, presenti nella sala Alessi di Palazzo d’Orleans, Razza ha affermato: “Lo sgomento vale doppio, perchè quando una professionalità si è formata sul terreno della legalità ed è stata lungamente sottoposto anche al servizio di tutela, così come nel caso del dottor Candela. E quando molti degli attori istituzionali di questa Regione, e anche al di fuori di questa Regione, valutavano in quella professionalità una specchiata moralità pubblica, al punto di essere meritevole di una citazione nella relazione annuale della Corte dei Conti, obiettivamente stride la qualificazione dei reati che gli sono ascritti. Ma sul piano personale, la lettura di alcuni colloqui, per come riportati dalla agenzie e dei quotidiani, evidenzia quello che tante volte emerge. E cioè che a fronte di una moralità apparente, qualche volta, sul piano personale, si manifestano abitudini diverse”.
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