Pietro Pizzo, più volte deputato regionale ed assessore ed infine senatore, da anni ha “concluso” la sua carriera politica attiva.
Da spettatore continua a seguire le vicende locali?
“Io sono stato e rimango socialista. Non svolgo più attività in prima persona. Tuttavia ogni tanto, quando mi è richiesto o appena posso, intervengo nelle questioni che stanno a cuore ai miei concittadini”.
Siamo quasi alla vigilia del rinnovo delle cariche amministrative della città, lei che idea si è fatta e cosa si auspica per Marsala?
“Guardo con attenzione allo scenario politico dell’area moderata che comprende tavoli a cui partecipano movimenti civici ma anche il Psi. Lo scenario che fa delineandosi è quello di un candidato di espressione di quell’area, e poi fuori da questo schema vedo il M5s e la Lega”.
E il Partito democratico?
“Avverto tanta confusione in casa dei democratici. Con le scissioni non si va da nessuna parte”
Il sindaco uscente appartiene a quel partito o quanto meno a quell’area. Lei che idea si è fatta della sua attività amministrativa in questi anni?
“Alberto Di Girolamo ha svolto un compito difficile con apprezzabili risultati. Secondo me però poteva fare di più. Si ricordi che io l’ho votato e sostenuto, ma il ruolo del sindaco non è tanto quello di amministrare ma di governare la città. E da questo punto di vista il primo cittadino non mi è sembrato adatto”.
Lei quindi si prepara a sostenerlo ancora?
“Voglio capire di quell’area sarà espressione e soprattutto chi saranno i candidati che lo sfideranno. Poi deciderò”.
In un passato recente lei ha ricordato come l’attuale sindaco ha portato a termine lavori con finanziamenti fatti giungere a Marsala dai governi regionali di cui faceva parte…
“Non soltanto. Alcune cose abbiamo fatto in tempo a realizzarle noi. Ma l’intuizione del finanziamento del Palazzetto dello Sport, del Monumento ai Mille, delle Case popolari di via Mazara e di altre opere appartengono a quel periodo. Poi l’attuale amministrazione, e questo è certamente un merito, ha accelerato l’iter di completamento”.
Se potesse partecipare alla formazione del programma del prossimo sindaco, lei cosa suggerirebbe?
“Intanto di puntare sul verde pubblico. Una città con alberi è certamente migliore. Mi ricordo che assieme a Francesco Rutelli facemmo approvare da Camera e Senato un legge che prevedeva che i comuni piantassero un albero ogni qualvolta nasceva un bambino. Ho sempre auspicato, superando le difficoltà burocratiche, di fare diventare le caserme dismesse delle vere proprie cittadelle delle scuole, trasferendovi tutti gli istituti scolastici che ancora sono in affitto. Punterei anche sull’agricoltura e sulla viticultura in particolare. Una rete con i sindaci delle città impegnate nel settore sarebbe un’ occasione per fare delle battaglie comuni”.