In occasione della ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, ieri pomeriggio, al Centro Congressi Marconi, si sono riunite le associazioni del territorio che si occupano di prevenire i soprusi ai danni del c.d. “sesso debole”. Secondo i dati dell’ISTAT, recentemente pubblicati, in Italia una donna su tre ha subito maltrattamenti nella vita.
Anche l’amministrazione comunale alcamese ieri ha aderito alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che si commemora, dal 1999, il 25 novembre di ogni anno. La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con le associazioni CO.TU.LE.VI., A.P.R.E, FI.DA.PA. ed è culminata con un convegno al Centro Congressi Marconi, svoltosi dalle 17.00 del pomeriggio. “Mi chiamava principessa” è il titolo con il quale si sono volute ricordare le vittime di femminicidi che in Italia, da gennaio 2018, hanno raggiunto la cifra 107. Un dato in aumento. Una donna ogni 72 ore viene uccisa dal proprio marito, compagno, fidanzato, padre, fratello. Spesso, infatti, le violenze vengono perpetrate all’interno delle mura di casa. Inoltre, secondo i dati dell’ISTAT, recentemente pubblicati, una donna su tre ha subito maltrattamenti nella vita. Le violenze compiute sulle donne non sono solamente fisiche o psicologiche, ma anche economiche. Il fenomeno è così diffuso che anche ad Alcamo, nell’ultimo decennio, è cresciuta la presenza sul territorio di associazioni che si occupano di prevenire i soprusi ai danni del cosiddetto “sesso debole”.
E, appunto, per non dimenticare le vittime di violenza, si è reso necessario commemorare in città tutte quelle donne che non ci sono più e alle quali, come è stato ricordato dalle organizzatrici del convegno, dovrebbe essere riservato un posto in tutte le manifestazioni. Ad aprire i lavori dell’evento è stata Piera Calamia (M5S) presidente della prima commissione consiliare, la quale, nel corso del convegno, ha rammentato alcuni recenti interventi legislativi in materia. Subito dopo, è intervenuto il sindaco Domenico Surdi, il quale ha dichiarato “La città di Alcamo ormai da decenni, possiamo dire, è un punto di riferimento per la lotta contro la violenza sulle donne. E, questo, lo dobbiamo alla nostra concittadina, Franca Viola, che conosciamo tutti per la sua storia di coraggio, di ribellione nei confronti della mafia come organizzazione, ma, in particolar modo, della violenza che la mafia, tramite un uomo, l’aveva costretta a subire. E, quindi, come alcamesi, abbiamo una responsabilità maggiore che è quella di dimostrare che quell’atto di coraggio, portato avanti grazie ad un altro grande della nostra città, Ludovico Corrao, in quel caso da avvocato, non sia stato vano. E, certamente, non lo è stato, perché da quel momento in poi è arrivato lo scossone in tutta l’Italia, con conseguenze molto importanti da punto di vista giuridico”. Il primo cittadino, poi, ha concluso “L’attenzione non può essere mai abbassata, ognuno per le proprie competenze. Io, chiaramente, posso parlare per l’amministrazione, che deve necessariamente mettersi, come sta accadendo oggi, a disposizione per cercare di fare rete. Ma ognuno di noi ha un ruolo importante. Spesso, basta una parola, un incoraggiamento per fare uscire non dal disagio ma dall’orrore una persona che, ovviamente, in quanto tale e a maggior ragione per il fatto che è donna, merita rispetto e aiuto”. In seguito, l’assessore Stefano Alessandra ha così espresso i ringraziamenti “Voglio esprimere la gratitudine per tutte quelle associazioni che svolgono questa preziosa opera nei confronti della sensibilizzazione della cultura del rispetto della donna”. Dopo, l’assessore ai Servizi Sociali ha affermato “Mi piacerebbe sostituire questo colore rosso della violenza con il colore rosa, come rosa è la vita che tutte le donne rendono a ciascuno di noi”. Successivamente, ha preso la parola Aurora Ranno, presidente di CO.TU.LE.VI. (contro tutte le violenze) con la quale l’amministrazione comunale ha stipulato, di recente, un protocollo d’intesa. Referente ad Alcamo è l’avvocato Cristina Pirrone. La signora Ranno ha precisato “In realtà, siamo presenti qua, nel territorio di Alcamo, e mi dispiace che poco siamo stati conosciuti, già dal 2013. Era il mese di novembre dell’anno 2013 quando, presso la parrocchia Cristo Redentore, è stato sistemato il primo sportello in presenza di autorità militari e civili. E di questo ringrazio il parroco Franco Finazzo. Ho voluto dare, come dire, un’altra scossa ed essere più istituzionali. Si era scelta la parrocchia perché per l’associazione è sicuramente, e io questo lo richiamo come vincenziana, il posto dove tutti gli utenti vanno a confidarsi, a chiedere aiuti di qualsiasi genere. Quindi, secondo noi, quello è un posto che può essere quasi rassicurante per chi vuole denunciare. Detto questo, sono certa che con l’amministrazione qui riusciremo a decollare alla grande e speriamo di risolvere, come siamo abituati a fare a Trapani”.
La dottoressa, Simona De Simone della A.P.R.E, un’associazione formata da psicologici, si è invece soffermata sulla necessità di continuare a parlare di violenza “Non si cura soltanto chi è vittima di violenza o autore della violenza, ma è importante appunto diffondere una cultura del rispetto e fare prevenzione della violenza a partire dalle scuole dell’infanzia, non per forza quelle elementari o superiori. Poi, è importante continuare a parlarne perché ci sono delle forme di violenza che non sono conosciute. Si parla spesso di violenza fisica, violenza sessuale, sono assolutamente conosciute, anche se purtroppo non sempre denunciate, ma non si parla abbastanza ancora di violenza piscologica ed economica”, ha affermato la psicologa. L’avvocato Carmela Lo Bue e la presidente Cristina Cianti della FI.DA.PA., l’associazione che promuove le campagne come “Posto Occupato” e “La Panchina Rossa” hanno poi dato il loro contributo. Il legale dell’associazione ha spiegato che, nella mattinata, l’amministrazione comunale ha collocato delle panchine rosse nei punti nevralgici della città. “A cosa servono i simboli? I simboli servono a richiamare l’attenzione – ha chiarito l’avvocato Lo Bue – In particolare, che cos’è posto occupato? Posto occupato è quel posto che ogni donna avrebbe potuto occupare se non fosse stata vittima di violenza. E allora la Fidapa invita le amministrazioni, le scuole, gli enti territoriali a dedicare un posto ad ogni donna che stasera avrebbe potuto essere con noi e che invece è stata vittima di violenza”. La presidente Cianti della menzionata associazione ha successivamente ricordato una frase della scrittrice scomparsa Oriana Fallaci “Essere donna è così affascinante, è un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai”. Il convegno si è concluso con una performance teatrale dell’attrice Jolanda Piazza, dedicata anche a Maria Anastasi, vittima di violenza nel 2012. Fu uccisa e bruciata dal marito al nono mese di gravidanza nelle campagne di Trapani. L’interpretazione è stata alternata da momenti musicali eseguiti dalla cantante Antonella Parnasso e dal pianista Tony Terrasi.
Linda Ferrara