Ho atteso che questa vicenda si risolvesse presto e positivamente. Ma dopo mesi mi tocca raccontare un brutto ma inevitabile epilogo. Tutto ha inizio nel febbraio scorso quando un branco di cani si è introdotto nella mia proprietà uccidendo il mio cane , per tale episodio ho esposto denuncia presso i carabinieri. Il branco continua a vagare indisturbato nel territorio. Dopo circa 60 giorni scopro che un membro del branco, una giovane cagna, aveva dato alla luce dei cuccioli nei pressi della mia abitazione. Pertanto, ho denunciato al Comune di Petrosino la presenza di questa cagna e dei suoi cuccioli chiedendo un intervento URGENTE. Dopo numerose telefonate e mail (23/5 – 29/5 – 11/6 – 20/6 – 2/7) all’ufficio comunale preposto ho sollecitato anche il Servizio Veterinario Provinciale (ha effettuato un sopralluogo il 21 giugno scorso) e il comando dei Carabinieri di Petrosino. Ho sollevato l’inadeguatezza di far fronte ad un problema che sembra essere irrisolvibile ma alle mie mail non ha mai avuto seguito una risposta formale, solo un rimpallo di scuse tra mancati pareri contabili e lunghe attese per la firma di una ordinanza. Tutto si traduce in un problema di “priorità” che stento a comprendere.
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Evidentemente il termine “urgente” non è contemplato in questo Ente ed a un mese e mezzo dalla segnalazione della presenza di una cucciolata di 9 cani e di una cagna vagante, sono costretta a segnalare l’inevitabile triste conclusione della situazione. La madre non si vede da giorni e i cagnolini, nonostante il tentativo di sfamarli, rifiutano il cibo ed appaiono infiacchiti, pieni di parassiti, un paio già morti ed altri prossimi allo stesso inevitabile destino. Mi chiedo e Vi chiedo se tutto questo si poteva evitare, di chi è la responsabilità di questo immobilismo? E’ bene che si sappia che il “cane del territorio” è di proprietà del sindaco e che l’art. 14 della Legge Regionale n. 15 del 2000 attribuisce ai Comuni il compito di provvedere alla cattura dei cani vaganti o randagi ed al loro successivo affidamento a rifugi sanitari pubblici o convenzionati. La lotta al randagismo deve essere una priorità in un paese civile, i cani randagi e vaganti non devono essere “il problema” dei cittadini. “Cane affamato non teme bastone” scriveva Giovanni Verga e chi rimane impassibile ai suoi bisogni diventa responsabile delle sue azioni,aggiungo. Il randagismo in questo paese sembra essere un problema privo di soluzione. Ma la risoluzione esiste e basterebbe iniziare un percorso reale, deciso e virtuoso non certamente ignorando le richieste di aiuto. Decine e decine di cani che vagano nel territorio da mesi senza nessun controllo, denunce e richieste di intervento per madri e cuccioli in difficoltà mai evase. L’inadeguatezza con cui è stata gestita questa richiesta di aiuto è devastante.
Katia Zichittella