Andreana Patti/2: “Il cambiamento passa dall’integrità. Sul Porto la politica dovrebbe chiedere scusa ai marsalesi” VIDEO

Vincenzo Figlioli

Andreana Patti/2: “Il cambiamento passa dall’integrità. Sul Porto la politica dovrebbe chiedere scusa ai marsalesi” VIDEO

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martedì 25 Novembre 2025 - 05:30

Pubblichiamo a seguire la seconda parte dell’intervista ad Andreana Patti, candidata a sindaco per le amministrative 2026 a Marsala (qui il link relativo alla prima parte dell’intervista)

La città che ha in mente lavorerà in rete con gli altri enti vicini?

La rete è la forza dei territori, soprattutto in una provincia che spesso viene dimenticata dalla Regione o, comunque dalle istituzioni verticali. Facendo rete si fa massa critica su alcuni temi fondamentali: penso a quello dell’Agricoltura, che avrebbe dovuto essere un cavallo di battaglia da parte dell’amministrazione e Marsala avrebbe dovuto essere da traino e non trascinata su questo tema. Marsala ha una tradizione, ha orgoglio…siamo la quinta città della Sicilia per numero di abitanti, ma non abbiamo ancora dimostrato di essere la prima in provincia per quanto riguarda l’efficienza dei servizi. Ci sono temi su cui Marsala deve essere al tavolo del confronto e tirare la cordata. Penso anche al turismo o alla pesca, di cui mi sono occupata come presidente del Flag.

A proposito di fronti importanti, c’è quello del porto, che torna sempre in campagna elettorale, ma con cui gli operatori della marineria marsalese si confrontano ogni giorno, facendo i conti con le sue crescenti criticità. La strada che ha seguito l’amministrazione è quella di una nuova progettazione: ritiene sia quella preferibile o ha in mente qualcos’altro?

E’ una strada che ormai ha incardinato una sua procedura e una sua pianificazione. Mi consta personalmente che la procedura è alle battute finali per quanto riguarda il progetto di fattibilità tecnico-economica. Potrebbe sembrare che siamo tornati indietro, mentre in realtà si è fatto tesoro delle precedenti programmazioni. Siamo dunque al punto in cui si sta definendo la progettazione preliminare, anche se non risultano ancora stanziati i fondi per arrivare a una progettazione esecutiva e alla definizione dei lavori. Dal progetto di fattibilità tecnico-economica avremo la quantificazione delle risorse necessarie per la realizzazione del Porto e poi chiaramente ci dovrà essere il reperimento dei fondi per la realizzazione dell’opera. Tengo a dire una cosa: siamo nel 2025, la mancata messa in sicurezza del Porto è decisamente uno schiaffo alla politica, che su questo tema ha fallito. Credo che la politica debba chiedere scusa ai marsalesi perché non si è realizzata in questi decenni un’infrastruttura che avrebbe creato lavoro, avrebbe dato serenità e sicurezza agli operatori portuali, che hanno avuto anche la beffa di ritrovarsi con un piano regolatore non conforme urbanisticamente con la procedura Burlando.

Gli ultimi sindaci hanno sempre avuto la maggioranza in Consiglio comunale all’inizio del loro mandato, ma poi l’hanno puntualmente perduta. Come pensa di gestire i rapporti con i partiti e i movimenti che troveranno spazio in Consiglio comunale?

Intanto va detto che la nostra è una coalizione che produrrà un programma con idee molto chiare e concrete. Il nostro non sarà un programma fumoso o eccessivamente generalista. Sarà un patto di governo forte, centrato sulla concretezza. E’ chiaro che quando si va al governo dell’amministrazione comunale può esserci qualche mal di pancia. Ma per esperienza dico che i mal di pancia, spesso, non nascono per ideologie politiche o diverse sensibilità all’interno di un patto di governo in qualche modo trasversale, ma da richieste non soddisfatte di posti e funzioni. Quello che ci auguriamo è che, una volta vinte le elezioni, si vada talmente in attuazione del programma da mantenere sempre la maggioranza. Ovviamente contiamo di avere una maggioranza che ci appoggi, tuttavia ritengo che quando si amministra bene è difficile che ci siano molti cambi di casacca. Io penso che l’opposizione e la maggioranza siano un esercizio di democrazia, rivolto sempre all’interesse pubblico. Quando si trasforma in esercizio di personalismi e conservazione di posti, allora è tutto sfalsato. Quella non è politica, diventa un’altra cosa.

Pochi giorni fa l’ennesima inchiesta giudiziaria ha travolto la politica siciliana e, in particolare, l’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro. La questione morale resta un valore da affermare nelle coalizioni che si candidano ad amministrare la città o dobbiamo rassegnarci a considerarlo un retaggio del passato?

Io penso che quando si comincia un progetto di cambiamento politico e si mira a costruire una nuova classe dirigente il primo punto è proprio quello dell’integrità, della correttezza, dell’incorruttibilità, dell’antimafia. Sono temi che non dobbiamo mai dare per scontati, né pensare che appartengano al passato. Anzi, purtroppo questi fatti ultimi ci dimostrano che bisogna sempre tenere la guardia alta. Soprattutto quando non è solo una questione di essere contrari a un modo di fare politica, ma di essere convinti che non debba essere solo la magistratura a intervenire per reprimere. Prima ancora deve essere la politica a scegliere l’integrità e quindi ad allontanare da sé questo sistema di potere, basato su corruzione e clientelismo. Io che sono garantista dico che fino a quando non ci sono sentenze passate in giudicato gli indagati vanno considerati innocenti. Dalle ultime notizie emerge, però, un modo di fare politica che richiede una pulizia, una scelta, un coraggio per cambiare passo, anche mettendo in conto il fatto di poter perdere. Mentre se si sceglie la parte vincente, schierandosi col più forte, il rischio è di inserirsi in un sistema politico che poi tende verso queste alterazioni.

IL VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVISTA

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