Andreana Patti/1: “In questi anni a Marsala è mancata la visione. Serve uno scatto in avanti, anche sui fondi europei”

Vincenzo Figlioli

Andreana Patti/1: “In questi anni a Marsala è mancata la visione. Serve uno scatto in avanti, anche sui fondi europei”

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lunedì 24 Novembre 2025 - 06:30

Marsala si avvicina alle elezioni amministrative della prossima primavera. Una delle principali novità degli ultimi giorni è costituita dal documento con cui i partiti dell’area progressista – Pd, M5S, Europa Verde, Psi e Rifondazione Comunista – hanno ufficializzato il proprio sostegno alla candidatura di Andreana Patti alla carica di sindaco.

Come si coniuga l’endorsement del centrosinistra con il progetto civico lanciato nei mesi scorsi?

Il centrosinistra ha voluto sposare un’idea di progetto allargato al civismo che “Si muove la città” dall’inizio ha costruito, incontrando persone, associazioni, imprenditori. E ha ritenuto che sulla base di una condivisione di valori questa candidatura dell’area del centrosinistra insieme al civismo sarebbe veramente un segno di svolta per la città. E’ un progetto che ha un’energia nuova, data intanto dall’unità del centrosinistra che in questi mesi ha lavorato sodo per trovare anche la quadra su un’unità di intenti e di questo bisogna rendere merito e ringraziare gli esponenti di quest’area politica, perchè non era un fatto scontato. E poi va evidenziata anche quest’apertura mentale nel concedere alle parti civiche della città la possibilità di mettersi a confronto sui temi e l’interesse pubblico dei marsalesi.

In che direzione si muoverà la città che immagina Andreana Patti per i prossimi anni?

È una città che sicuramente rende efficaci i servizi quotidiani e quindi dà al cittadino marsalese la possibilità di scegliere di vivere qua, perché la qualità dei servizi e della vita in generale, sono buone. E questo richiede molta concentrazione, molto impegno nella scoperta di risorse importanti e, soprattutto, una reale concentrazione sui servizi che riguardano la sicurezza, la raccolta differenziata, la responsabilità sociale, come anche alcuni temi dell’imprenditoria o dell’agricoltura, che vanno rimessi al centro politiche di un’amministrazione. E poi c’è un uno sguardo al futuro, che guarda ai temi importanti, come il cambiamento climatico, come le riserve d’acqua sempre più a rischio, come la desertificazione, la nuova imprenditoria, le start up per i giovani, la formazione che ci facciamo scappare… E qui mi riferisco anche alla chiusura di una facoltà di enologia, che è una sconfitta prima di tutto per i marsalesi.

Cosa è mancato in questi anni?

Ma io penso che sia mancata una visione di una città. Marsala è una città sicuramente complessa, perché è una città territorio, in cui le contrade sono pezzi di città che vanno organizzate, strutturate e immaginate in termini anche di crescita. Soprattutto è mancato l’affrontare delle situazioni molto concrete, strutturalmente molto importanti come la mobilità, come il piano urbanistico generale, o come altre situazioni che si rimandano da veramente da tanto tanto tempo e che la politica in questa città non ha saputo affrontare.

Lei ha lavorato molto con i fondi europei, che a Marsala rappresentano spesso un argomento divisivo: c’è chi dice che sono stati utilizzati al meglio, chi dice che si poteva fare diversamente. Alla luce della sua esperienza, come affronterebbe questo tema?

I fondi europei non sono una borsa dentro la quale affondare la mano quando ti serve una cosa. Hanno loro processi di programmazione, di progettazione, di partecipazione e serve una capacità di pianificare strategie per lo sviluppo e la crescita di un territorio. Questo vuol dire che si deve immaginare prima dove va l’Europa e quindi studiare e avere coscienza di quali sono gli obiettivi, i criteri di valutazione, le risorse più importanti, e immaginare con una matrice di finanziabilità le esigenze della tua città in relazione ai finanziamenti comunitari, che sono tantissimi. I soldi non sono mai stati un problema, stiamo parlando di miliardi e miliardi di euro che da ogni programmazione vengono rivolti e destinati alla Regione Siciliana, ma quello che arriva negli enti locali è ben poca cosa rispetto alle potenzialità. Non parlo soltanto di quelle sigle che prevedono un processo partecipato di programmazione che poi però si esaurisce in poche attività di riqualificazione o rigenerazione. Parlo proprio di uno scatto in avanti di quello che l’amministrazione dovrebbe fare in relazione ai propri temi. E quindi, ad esempio, immaginare dove poter fare una stazione di interscambio in termini di mobilità e farla finanziare dall’Unione Europea, piuttosto che tanti progetti di inclusione sociale che sono rivolti alla terza età, ai bambini, alle famiglie… Ma penso anche all’housing sociale o all’efficientamento energetico… Non bisogna rincorrere il bando, bisogna prevederlo, perché ci sono gli atti programmatici per poterlo fare, è così che si fa programmazione europea. E questo lo dico alla luce di 20 anni di esperienza nella pubblica amministrazione della Regione Siciliana e, in generale, degli enti locali.

CONTINUA…

La seconda parte dell’intervista ad Andreana Patti sarà pubblicata domani…

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