Nitazeni: la nuova droga minaccia i giovani. C’è già un morto

redazione

Nitazeni: la nuova droga minaccia i giovani. C’è già un morto

Condividi su:

martedì 21 Ottobre 2025 - 04:51

Negli ultimi anni, il panorama delle droghe sintetiche si è arricchito di una nuova e pericolosissima sostanza: i nitazeni, oppioidi di sintesi simili al fentanyl, ma in alcuni casi decine di volte più potenti. Questi composti, prodotti interamente in laboratorio, rappresentano un rischio crescente, soprattutto tra i giovani e i consumatori inconsapevoli di droghe tagliate.

Le origini: da analgesico a droga di strada

I nitazeni non sono nati come sostanza d’abuso. Furono sviluppati negli anni ’50 dalla CIBA AG, azienda farmaceutica svizzera poi confluita in Novartis, come analgesici potenti destinati all’uso medico. Tuttavia, a causa della loro potenza e della difficoltà nel dosaggio, non vennero mai commercializzati su larga scala. Negli ultimi anni, però, reti criminali internazionali hanno riesumato queste molecole, riproducendole illegalmente in laboratori chimici, spesso localizzati in Cina, per poi immetterle sul mercato nero negli Stati Uniti, in Canada e successivamente in Europa.

Una diffusione globale (e silenziosa)

Nel 2023, 28 Paesi hanno segnalato alle Nazioni Unite la presenza di oltre 20 varianti diverse di nitazeni. Almeno dodici di questi composti sono già finiti sotto controllo internazionale, ma la loro diffusione continua. Secondo Gillian Shorter, docente di psicologia clinica e studiosa della crisi degli oppioidi nel Regno Unito, l’aumento di questi oppioidi sintetici in Europa è legato anche alla diminuzione della produzione di oppio in Afghanistan, da cui il continente ha tradizionalmente importato eroina. I nitazeni si sono così imposti come sostanza sostitutiva nel mercato nero.

Il rischio maggiore: l’uso inconsapevole

Uno degli aspetti più inquietanti di questa droga è che spesso viene utilizzata per “tagliare” altre sostanze, in particolare l’eroina, con l’obiettivo di aumentarne il volume e la potenza. Il consumatore finale, nella maggior parte dei casi, non sa che ciò che sta assumendo contiene anche nitazeni, rendendo il rischio di overdose estremamente alto. Questi oppioidi agiscono sul cervello in modo simile all’eroina, ma il loro dosaggio è estremamente delicato: pochi microgrammi in più possono essere letali.

Il primo caso italiano

In Italia, la pericolosità dei nitazeni non è più solo un rischio teorico. A Brunico, in Alto Adige, un uomo di circa 30 anni è morto per overdose da nitazeni: è la prima vittima riconosciuta nel nostro Paese legata a questa sostanza. Il decesso risale a circa un anno fa, ma la notizia è emersa solo di recente, a seguito dell’arresto del presunto spacciatore da parte dei Carabinieri. Secondo il procuratore di Bolzano Axel Bisignano, inizialmente non si sospettava una morte per overdose, poiché sulla scena non erano presenti siringhe o altri indizi tipici. Solo le analisi tossicologiche hanno rivelato la presenza del micidiale oppioide sintetico nel corpo della vittima.

Una nuova emergenza da affrontare

L’arrivo dei nitazeni in Italia rappresenta un campanello d’allarme per le autorità sanitarie e giudiziarie. Servono campagne di sensibilizzazione, formazione per gli operatori sanitari, e soprattutto una maggiore sorveglianza sul mercato delle sostanze stupefacenti, in continua evoluzione. Per ora, i nitazeni si muovono nell’ombra, spesso nascosti in droghe comuni, colpendo in modo subdolo. Ma la loro potenza e la facilità con cui vengono prodotti li rendono una delle minacce più insidiose dell’attuale crisi degli oppioidi.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta