Sul “viale” intervengono gli Amici del Parco archeologico di Marsala

redazione

Sul “viale” intervengono gli Amici del Parco archeologico di Marsala

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sabato 13 Settembre 2025 - 10:49

Con una nota inviata all’assessore regionale Francesco Scarpinato interviene l’associazione “Amici del Parco Archeologico di Marsala” che “…si sente in dovere (e in diritto) di intervenire nel merito della questione sollevata da un gruppo di cittadini marsalesi che hanno lanciato una petizione popolare, avente come oggetto “restituire il libero attraversamento dell’antico viale ai cittadini di Marsala”.


Premesso che la nostra Associazione consta di n. 150 soci, ed il semplice numero degli iscritti e simpatizzanti moltiplicato per i soli familiari già supererebbe le firme raccolte, noi tutti riteniamo in primis che molti di questi firmatari probabilmente non conoscono bene questo fragile sito e quello che è diventato grazie all’azione e alle cure di tanti, che con amore e determinazione hanno lavorato e lavorano quotidianamente.
Certamente grandi sono i timori per il NOSTRO Parco Archeologico (Parco che sentiamo appartenerci, come pensiamo appartenga a chi lo ama e lo cura con atti concreti, quali quelli posti in essere dalla nostra Associazione sin dal 2011, data della sua costituzione), ed infatti, come la scrivente Violetta Isaia, in qualità di Presidente, ha avuto modo di precisare, inserendosi nel dibattito pubblico lanciato sui social, appare necessario specificare con chiarezza quanto si consideri assurda ed anacronistica la richiesta di attraversarlo o “viverlo” come si faceva quando questo luogo era un parco cittadino.


Sarebbe, in analogia, come chiedere di ritornare ad accedere con le macchine, perché così si faceva fino a pochi anni fa (ed era molto comodo anche per raggiungere il mare), all’interno dell’odierno Parco di Selinunte, o chiedere di potere raggiungere il fiume Gaggera, per passeggiate naturalistiche, come in passato, pretendendo di attraversare gratuitamente quello che oggi è il Parco di Segesta.
Ben note sono le sorti delle aree archeologiche del demanio comunale, anche in pieno centro storico, lasciate alla libera fruizione, che offrono ai visitatori uno spettacolo di degrado e abbandono.
È questa la sorte che attende il “Nostro” Parco, già in sofferenza per via delle poche risorse, sia umane che economiche? Privato dei ricavi, provenienti dallo sbigliettamento, regredirà perdendo la sua autonomia? Che ne sarà di lui?
Non si comprende poi in verità il tono polemico nei riguardi della odierna direttrice, architetto Anna Occhipinti, colpevole solamente di essersi barricata dietro un no comprensibile e prudente, nel desiderio di proteggere quanto con incarico le è stato affidato in gestione.


Certamente chi scrive può testimoniare che da quando la stessa si è insediata, questo Parco respira un’aria nuova e le molteplici azioni intraprese, e sono state davvero tante, sono andate tutte nella direzione della tutela e della valorizzazione del bene archeologico a lei affidato.
Non sono passate inosservate le innumerevoli attività scientifiche e culturali realizzate senza trascurare quelle ludiche, anche per ampliarne la fruizione, e infatti il Parco ha aperto le sue porte spesso gratuitamente con una frequenza costante, per attrarre pubblici sempre diversi, e le attestazioni di stima ed affetto nei confronti della odierna direttrice ne testimoniano il gradimento.
Certo tanto resta ancora da fare, infatti non fa difetto, né alla direttrice, né a noi soci, per quanto possiamo, la consapevolezza che il Parco necessita di tanto lavoro e risorse, sia per l’ordinarietà che per la straordinarietà degli interventi, ma di certo siamo consapevoli che il sito tutelato non avrebbe alcun giovamento dall’attraversamento libero richiesto.
Insistere a chiamare “Viale” un viale che non è più (Viale Vittorio Veneto era il nome della strada che si attraversava anche in moto quando il Parco non esisteva ancora e prima che fosse messa in luce la sottostante Plateia Aelia) la dice lunga sulla considerazione attribuita alle imponenti vestigia romane, cuore dell’area archeologica di capo Boeo e del nostro Parco tutto, che tanto ha da dare ai cittadini marsalesi in termini di immagine della città, di accoglienza ai turisti, di attrazione per istituzioni scientifiche e culturali, ribadendo ancora una volta che l’area della Plateia Aelia non è uno spazio da attraversare, ma un’area archeologica da visitare.
Le argomentazioni adottate per la petizione in oggetto sembrano in conclusione pretestuose e prive di sincero e gratuito amore per il bene che appartiene alla comunità cittadina”.

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Un commento

  1. Michele Abrignani 17 Settembre 2025 08:05

    Argomentazioni totalmente condivisibili quelle di Violetta Isaia!
    Chi pretestuosamente sostiene il contrario, come per altre situazioni paesaggistiche nonché storiche e culturali ( leggasi lo Stagnone!), non solo non ha a cura la Città ma evidentemente difetta delle basi culturali e intellettuali su cui si fondano senso civico e orgoglio per le proprie radici.

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