Marsala, torna a colpire la “truffa del figlio del collega”: un pensionato nella trappola di un giovane

redazione

Marsala, torna a colpire la “truffa del figlio del collega”: un pensionato nella trappola di un giovane

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venerdì 29 Agosto 2025 - 06:30

Torna a Marsala la “truffa del figlio del collega”. Si tratta di una pratica, purtroppo, da anni diffusa in varie parti d’Italia e di cui, nella giornata di ieri, è stato vittima un 75enne pensionato lilibetano. L’uomo, appena uscito da uno studio medico per una visita di controllo, è stato avvicinato da un giovane di circa 40 anni, ben vestito e curato nel look, che transitava lungo corso Calatafimi alla guida di un’auto di grossa cilindrata. Al saluto di quest’ultimo, l’anziano ha risposto di non ricordare di conoscerlo. A quel punto, il giovane ha accostato la vettura, cominciando una conversazione in cui – dopo alcune domande indagatorie – ha rivelato di essere il figlio di un ex collega di lavoro del pensionato e di vivere da alcuni anni in Svizzera assieme alla propria compagna. A un certo punto, i due si salutano e la chiacchierata sembra terminata. Ma dopo qualche istante, il giovane si ferma nuovamente, invitando l’uomo a raggiungerlo in macchina. A quel punto, gli riferisce di volergli regalare un orologio appartenuto al padre, sottolineando il rapporto di amicizia che legava i due durante gli anni trascorsi nello stesso ufficio. “Quanti figli ha?”, chiede poco dopo il conducente dell’auto al pensionato, che afferma di avere tre figli. Il giovane insiste per regalare anche qualcosa per loro, tirando fuori alcuni bracciali. Inevitabilmente, l’uomo chiede di potersi sdebitare in qualche modo e a quel punto il 40enne gli dice che potrebbe dargli un po’ di contanti per la benzina, facendosi consegnare 100 euro. Sceso dalla vettura, il pensionato comincia a prendere coscienza di essere stato truffato e racconta la vicenda alla famiglia, evidenziando il proprio disappunto per quanto avvenuto. I familiari gli consigliano di recarsi alla stazione dei Carabinieri per denunciare l’accaduto e consegnare l’orologio e i bracciali (di incerta provenienza) che gli erano stati “donati” dal sedicente figlio del collega.

Casi del genere non sono, purtroppo, una novità. In precedenza, altri pensionati hanno riferito di essere stati avvicinati da giovani che millantavano di essere figli di ex colleghi di lavoro per conquistarsi la loro fiducia. Dopo di chè, facevano capire di voler donare capi d’abbigliamento o oggetti vari per poi avanzare una richiesta economica. Altre volte, la nostra testata ha avuto modo di raccontare la truffa del “finto carabiniere” o quella del falso operatore dell’Inps.

Tutto ciò conferma come gli anziani restano una fascia della popolazione particolarmente esposta alle truffe, congegnate in maniera accurata per vincere la loro diffidenza, ottenere informazioni potenzialmente utili alla ricostruzione di una storia credibile per poi giungere alla sottrazione di somme più o meno elevate di denaro.

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