Riapertura di Zingaro e Monte Cofano, i sindaci contro il ‘no’ di Legambiente

redazione

Riapertura di Zingaro e Monte Cofano, i sindaci contro il ‘no’ di Legambiente

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giovedì 14 Agosto 2025 - 08:33

Legambiente Sicilia ha manifestato nelle scorse ore, tutta la propria incredulità per la proposta recentemente formulata dalle Amministrazioni comunali di Castellammare del Golfo e di San Vito Lo Capo di riaprire la fruizione nella Riserva Naturale dello Zingaro dopo la totale distruzione provocata dall’incendio del 25 e 26 luglio, disconoscendo i motivi ambientali, culturali e amministrativi che non consentono una tale scellerata ipotesi. “Pensare di andare oggi a fare un bagno allo Zingaro o a Monte Cofano dopo incendi distruttivi di queste proporzioni è assurdo e offensivo: occorre invece consentire alla natura di riprendersi, anche per far sì che quei pochi animali che non sono stati carbonizzati possano ritornare senza il pericolo e il disturbo rappresentato dalla fruizione in un’area in cui manca la vegetazione che costituisce rifugio per la fauna – affermano gli ambientalisti -. Prima di valutare scelte gestionali di questa natura occorre poi attendere la quantificazione dei danni ambientali e strutturali e l’individuazione delle azioni necessarie per favorirne il pieno recupero”.

Il parere contrario dei sindaci Fausto e La Sala

Non sono dello stesso parerei sindaci di Castellammare e San Vito. “Non chiediamo e non abbiamo mai chiesto di aprire lo Zingaro per “fare un bagno” o per un turismo mordi e fuggi. Ai sindaci interessa ben poco la balneazione: ciò che ci sta a cuore è lanciare un messaggio chiaro e positivo ai cittadini, agli escursionisti, agli appassionati di natura, a chi ama e rispetta questo luogo unico. Vogliamo dire che, nonostante la ferita profonda inferta dagli incendi, una piccola parte della Riserva è ancora viva, sicura e pronta ad accogliere chi sa viverla con rispetto – affermano Giuseppe Fausto e Francesco La Sala -. Parliamo di tratti limitati, verificati e sicuri, che non presentano rischi né per i visitatori né per l’equilibrio dell’ecosistema. Non proponiamo l’accesso indiscriminato alle zone devastate, ma la fruizione responsabile di quelle integre, come segno di resilienza e di speranza. Nell’assoluto rispetto dell’incolumità e della sicurezza di ciascuno e limitatamente ai luoghi che, dopo un opportuno sopralluogo da parte dei tecnici, saranno ritenuti idonei per la fruizione”.

Poi i due primi cittadini continuano: “Chiudere tutto, anche ciò che è intatto, significa trasmettere il messaggio che lo Zingaro sia perduto. E questo, a nostro avviso, è il miglior modo per allontanare la comunità dalla sua tutela. Il contatto diretto con la natura, soprattutto quando è ferita, non è un’offesa, ma un’occasione per educare, per far capire la fragilità del nostro patrimonio ambientale e per trasformare la visita in un’esperienza di consapevolezza. Vogliamo che chi entra oggi nella Riserva capisca la bellezza di ciò che resta, ma anche la responsabilità di difenderlo.Siamo pronti a un confronto aperto con Legambiente e con tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia di questo territorio. Ma respingiamo l’idea che la nostra proposta sia una scelta scellerata o dettata da logiche di “balneazione a tutti i costi. La nostra è una scelta di comunità, di amore per il territorio e di fiducia nella capacità delle persone di essere custodi, e non predatori, della natura”.

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