Il vento di **scirocco** prende il suo nome da una radice etimologica araba, precisamente dal termine magrebino *shoruq* o *sharqiyya*, che significa letteralmente “oriente” o “da dove sorge il sole”. Questa parola deriva dal verbo arabo *sharaqa* che significa “egli è sorto” o “far sorgere”, indicando quindi l’origine del vento da una direzione orientale o sud-orientale.Il scirocco è un vento caldo e spesso umido che soffia dal Sahara attraverso il Mediterraneo, dal sud-est verso l’Europa meridionale, in particolare dalla Siria e dalle regioni vicine. Durante il suo tragitto, il vento solleva e trasporta polvere e sabbia del deserto africano, provocando un caldo afoso e spesso anche maltempo o mareggiate lungo le coste italiane e mediterranee, specie in Sicilia, nel Salento e talvolta fin sulla Liguria. Storicamente, il nome e la percezione di questo vento sono ben radicati nella cultura mediterranea: già i Romani lo conoscevano con nomi come *Euro*, *Noto* o *Vulturno* e lo associavano a correnti calde e sabbiose che influenzavano fortemente il clima e la vita quotidiana. Orazio e Ovidio lo menzionavano nelle loro opere come portatore di turbolenze e malesseri. La letteratura e il folclore mediterraneo hanno spesso descritto lo scirocco come un vento capace di indurre uno stato di torpore, irritabilità e malessere fisico, tanto da dare origine al termine “sciroccato” per indicare una persona confusa o stordita dal suo effetto. Dal punto di vista della rosa dei venti tradizionale, il riferimento geografico per denominare lo scirocco era spesso Malta o la zona centrale del Mediterraneo, dove il vento identificava una direzione precisa: il sud-est. A differenza di altri venti con nomi derivati da località o caratteristiche geografiche ben note (ad esempio Libeccio dalla Libia o Grecale dalla Grecia), lo scirocco conserva nel nome il legame con l’idea dell’oriente, del sorgere del sole, poiché soffia proprio da quella direzione.
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