Tra aprile e maggio del 2023, la parte pericolante del Lido Pakeka venne definitivamente demolita. Si trattava della porzione più compromessa della struttura, resa instabile e insicura dopo anni di esposizione alle mareggiate e all’inesorabile avanzare dell’erosione costiera. Il Lido Pakeka, storico punto di riferimento del litorale sud marsalese, era stato già colpito duramente nel dicembre del 2018, quando un’area venne interdetta per motivi di sicurezza, dichiarata irrimediabilmente danneggiata. In parte, però, qualcosa è stato salvato. Una porzione della struttura è stata recuperata e continua a ospitare un’attività di ristorazione, segno di una resistenza tenace in un contesto sempre più difficile. Ma il cuore del problema rimane: la spiaggia del Fortino, un tempo viva e frequentata, oggi è invasa dalla posidonia e praticamente inutilizzabile.
Non è (solo) la posidonia il problema
La posidonia, va ricordato, non è un semplice “algame” di scarto. È una pianta marina protetta, fondamentale per la salute degli ecosistemi costieri. Tra le sue funzioni principali c’è proprio quella di proteggere le spiagge dall’erosione. Tuttavia, la sua presenza in quantità eccessiva, accumulata in modo disordinato e non gestita, ne compromette la fruibilità. Nulla vieterebbe – anche nel rispetto delle normative – di spostarla in modo controllato per consentire almeno un accesso parziale alla spiaggia. Il problema non si limita però alla vegetazione naturale. Tra i cumuli di posidonia si nascondono rifiuti di ogni tipo: cartacce, scatole di hamburger e involucri di pizza, birre e lattine, tracce inequivocabili di passaggi recenti da parte di chi, approfittando di qualche giornata di sole, ha scelto il mare… dimenticandosi il senso civico. Qualche anno fa, quando la spiaggia era ancora viva nel cuore dei residenti, erano proprio loro a organizzarsi spontaneamente per la pulizia dell’arenile. Ma il tempo passa, le persone cambiano, qualcuna non c’è più. E con loro sembra essere andata via anche la cura per un luogo che un tempo rappresentava un piccolo angolo di paradiso. Oggi, il Lido Pakeka resta il simbolo di una battaglia tra natura e incuria, tra ciò che potrebbe tornare a vivere e ciò che rischia di essere dimenticato. Resta da chiedersi se ci sia ancora il tempo (e la volontà) di invertire la rotta.