Trapani si mobilita per Gaza: in piazza oltre 800 persone contro l’escalation militare

redazione

Trapani si mobilita per Gaza: in piazza oltre 800 persone contro l’escalation militare

Condividi su:

domenica 22 Giugno 2025 - 16:02

Un grido di pace si è levato forte da piazza Vittorio Veneto, dove oltre 800 persone si sono riunite per chiedere il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, la fine dell’assedio e la piena applicazione del diritto internazionale. La manifestazione, promossa da numerose realtà politiche e sociali, ha visto tra i principali protagonisti l’Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), rappresentata da Antonella Parisi (Sinistra Italiana) e Antonella Ingianni (Europa Verde).

La parola a Verdi e Sinistra Italiana

“Abbiamo voluto questa piazza – ha dichiarato Antonella Parisi – perché a Gaza è in corso una strage silenziosa, una catastrofe umanitaria senza precedenti, che l’opinione pubblica non può più ignorare. Di fronte a oltre 37.000 morti, in gran parte civili e bambini, è dovere di chi crede nella pace e nella giustizia farsi sentire. La nostra voce non si fermerà finché non ci sarà un cessate il fuoco duraturo, la fine dell’occupazione e la garanzia dei diritti per il popolo palestinese”. Sulla stessa linea, Antonella Ingianni ha aggiunto: “L’Europa e l’Italia devono uscire dall’ambiguità e chiedere con forza la fine dell’aggressione su Gaza. Non si può più parlare di ‘diritto alla difesa’ di fronte alla distruzione sistematica di ospedali, scuole e interi quartieri. L’impunità non può essere la norma”.

Sottoscritto un documento. La parola a Rifondazione Comunista

Durante la manifestazione è stato sottoscritto un documento da centinaia di cittadine e cittadini, che sarà consegnato lunedì 23 giugno alla Prefetta di Trapani. AVS ha ribadito l’impegno a portare avanti la mobilitazione in tutte le sedi istituzionali e politiche per il riconoscimento dello Stato di Palestina, la cessazione delle ostilità e un ruolo più attivo dell’Italia nella costruzione di un percorso di pace. Tra i promotori della manifestazione anche il Partito della Rifondazione Comunista (PRC), che ha sottolineato come la grande partecipazione popolare rappresenti non solo una denuncia della tragedia in corso in Medio Oriente, ma anche un chiaro ripudio della guerra e dell’economia di guerra. “Gridando ‘Free Palestine’, la piazza ha gridato il suo ‘No alla guerra’”, ha affermato Davide Pastore, segretario provinciale del PRC. “L’attacco USA all’Iran accende di fatto la miccia nucleare. Parlare oggi di riarmo, specie al fianco di chi alimenta i conflitti, è incomprensibile. È inaccettabile che il Parlamento Europeo sottragga fondi dal PNRR per destinarli al riarmo: significa avviare una politica ed un’economia di guerra”. Pastore ha inoltre lanciato l’appello a valutare il blocco operativo delle basi USA in Italia come misura per evitare l’espansione del conflitto, ribadendo che “la pace si costruisce con la pace” e che la manifestazione di venerdì ha affidato un compito chiaro a tutti i promotori: continuare la mobilitazione e opporsi alle strategie belliche promosse da governi come quelli di Trump e Netanyahu.

Coordinamento Nazionale Docenti: “Esponete simboli di pace

A unirsi al coro di preoccupazioni anche il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, che ha espresso allarme per la drammatica escalation in Medio Oriente, aggravata dall’attacco statunitense contro siti nucleari iraniani e dalla conseguente risposta iraniana con il lancio di missili verso Israele. “Il rischio di una guerra globale è concreto”, ha dichiarato il Coordinamento, che ha lanciato un appello simbolico ma potente: “Chiediamo al Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, di promuovere l’esposizione della bandiera della pace in tutte le scuole italiane durante l’estate e all’inizio del prossimo anno scolastico. Anche un gesto semplice può contribuire a costruire una cultura della pace”. Nel cuore di Trapani, la piazza di venerdì non ha solo ricordato le vittime di Gaza, ma ha acceso un faro sulla necessità urgente di un nuovo ordine internazionale fondato sul diritto, sulla diplomazia e sulla dignità umana. Mentre le tensioni globali minacciano di sfuggire al controllo, la voce dei cittadini continua a levare un messaggio chiaro: Fuori la guerra dalla Terra.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta