Scoppia la tensione tra i Comuni di Trapani e Misiliscemi sulla gestione dell’approvvigionamento idrico. L’Amministrazione trapanese ha deciso giorni fa la sospensione temporanea della fornitura d’acqua al territorio misilese (a partire dalle ore 14 del 15 giugno) per un periodo di 48 ore. La misura è stata adottata a seguito dei gravi disagi idrici registrati in diverse zone della città, in particolare nel centro storico. A determinare l’emergenza è stato un nuovo squilibrio di portata nella rete di distribuzione, innescato dalla recente riparazione della condotta “Bresciana” a Campobello di Mazara. Il problema ha colpito duramente le ultime quattro turnazioni, rendendo critica la situazione in molte vie del centro, dove anche una lieve riduzione della pressione rende impossibile un’erogazione stabile e continua dell’acqua nelle abitazioni.
Tensioni tra i due comuni confinanti
A peggiorare il quadro, il mancato intervento del Comune di Misiliscemi a detta del sindaco Giacomo Tranchida: “Nonostante le sollecitazioni ufficiali e i numerosi tentativi di contatto da parte dell’assessore Guaiana, né il sindaco Tallarita né altri rappresentanti dell’Amministrazione misilese hanno risposto alle chiamate né dato seguito agli impegni assunti. Una condotta di totale chiusura al dialogo e alla collaborazione istituzionale”. Il Comune di Trapani, nel corso di incontri istituzionali alla presenza del Prefetto e del Direttore Generale dell’ATI, ha proposto l’adozione di una calendarizzazione condivisa dell’erogazione idrica nei periodi di crisi, al fine di garantire equità e trasparenza nella distribuzione delle risorse.
Cosa rivendica il Comune di Trapani
Il nodo della questione pare che sia anche quantitativo: attualmente Misiliscemi riceve 38 litri d’acqua al secondo per circa 8.400 abitanti, mentre Trapani — ultimo utente della catena distributiva e proprietario delle fonti di approvvigionamento — ne riceve 140 litri al secondo per una popolazione di oltre 45.000 persone. Una sproporzione che, secondo Palazzo d’Alì, non è più sostenibile. Alla luce del perdurare delle inadempienze, il Comune di Trapani ha formalmente richiesto all’ATI Idrico:
- l’emissione di una diffida ufficiale al Comune di Misiliscemi per il mancato intervento sull’impianto Marracco, cruciale in caso di riduzioni nella portata idrica;
- la convocazione urgente dell’Assemblea dei Sindaci entro il 23 giugno 2025, per stabilire criteri equi e proporzionati di ripartizione delle risorse idriche, con eventuali sanzioni in caso di violazioni.
“La nostra priorità è garantire ai cittadini il diritto a un accesso regolare e giusto all’acqua – ha dichiarato l’Amministrazione trapanese – e siamo pronti a partecipare a ogni confronto istituzionale serio per uscire da questa crisi con spirito di responsabilità e collaborazione”.