Si chiama “Biesina” il nuovo EP del cantautore marsalese Warco, nome d’arte di Marco Bilardello, che racconta di amore e insicurezze, di ambizioni di vita, quelle di una generazione che decide di andare via e poi di tornare nel contesto di Provincia. Warco racconta il lavoro e parla di progetti futuri.
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Ci presenti un album dove c’è tutta l’impronta della tua musica indie pop. Raccontaci di “Biesina”, titolo a te caro.
L’ep ha avuto una gestazione molto lunga, nel 2023, quando ho iniziato a lavorare in studio con Fabio Genco alla stesura di questo album. Si delineava sempre più una forma elettronica rispetto ai miei lavori precedenti. Il titolo rievoca Marsala e un territorio che è un immaginario che procede più a rilento rispetto alla frenesia delle grandi città. Mio nonno è stato pastore al Baglio Biesina da giovane e mi piace rievocare questo ricordo nell’album. Tra l’altro ci passo ogni giorno per andare a lavorare, concettualmente si sposava con quello che volevo esprimere.
Il brano “Ciauro” ti trova impegnato con la scrittura in siciliano. L’esigenza è nata spontaneamente o è voluta?
E’ nato tutto in maniera spontanea ma poi si è trasformata nella sfida di voler mantenere il nostro dialetto marsalese, poco sentito rispetto ad altri dialetti più blasonati, in quanto ha degli aspetti di durezza che non sono stati semplici da replicare nel brano.
In questo Ep hai lavorato con il producer Fabio Genco che ha tirato quella che tu chiami “esplorazione sonora”…
C’è una grande intesa. Ogni brano ha una genesi diversa, alcuni più di getto, altri hanno richiesto una lavorazione più complessa; quindi in studio non mancano momenti più distensivi ed altri più riflessivi.
Nei sei brani non ci sono solo immagini, ma c’è anche un modo di raccontare intimo. Bar Damasco è molto diversa da “Vorrei dormire”, c’è un mood più anni ‘70. Come riesci a “rompere gli schemi”?
Non parto dal concetto di rompere gli schemi, credo più che la musica faccia il suo corso e dipende da come reagisce chi ascolta e dall’empatia che la musica genera, magari nei brani più dirompenti che colpiscono ad un ascolto meno impegnato. Nelle mie canzoni da sempre ci sono suoni anni ‘70, in studio abbiamo cercato di convogliare queste sonorità in una dimensione più elettornica e ricercata.
Ti collochi nella scena indie-pop, ma chi ti ha ispirato a livello artistico?
L’indie pop noto che in questi anni si sta rinnovando. Io mi rifaccio al modo di lavorare degli artisti indie che è meno delineato da schemi rispetto ai prodotti mainstream. Ho iniziato ad ascoltare musica con più consapevolezza quando tra le cassette di mio padre trovai gli U2, i Police, Battiato, Ligabue. E’ stato un percorso promiscuo unito a quello che ascolto oggi, Tame Impala, Mac DeMarco, Battisti, Giorgio Poi, Calcutta…
Sei stato selezionato tra i 150 artisti di 1M Next del Primo Maggio di Roma e adesso farai tanti live. I prossimi impegni?
Partiremo da Siracusa il 3 luglio e poi in giro per la Sicilia, suonerò in duo o in trio. Le date sono in divenire, sarà una bella estate…