[ Salvatore Inguì ] – Tancredi Tarantino era un operatore nella cooperazione internazionale, con una lunga esperienza in Sud America, in particolare in Ecuador, dove ha vissuto diversi anni, impegnato per la trasparenza nella pubblica amministrazione e diventando collaboratore di Mani Tese. Poi, si era trasferito a Milano con moglie e figlia, diventando presidente di «ReCommon», un’associazione che – come si legge sul suo sito web – «lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società, in Italia, in Europa e nel mondo». E proprio sul sito ReCommon sono stati pubblicati, nel tempo, servizi di denuncia anche contro potenti compagnie petrolifere. «Tancredi conclude il fratello – era una di quelle persone brillanti che ripudiava le ingiustizie ed era concreto, perché bisogna almeno provarci e che si è speso per questo per quasi 30 anni».
Il fratello Germano ha scritto la lettera a nome di tutta la famiglia, diffondendola tramite l’Associazione culturale marsalese «Finestre sul mondo», che sabato 6 aprile 2025 ha ospitato una veglia laica in ricordo del giornalista e attivista. Un momento di raccoglimento a cui hanno partecipato tante persone, tra cui parenti, amici, ex professori o semplici conoscenti. Alcuni di loro lo hanno voluto ricordare con le parole, molti altri invece hanno preferito il silenzio e il dolore. «Grazie. Grazie a voi tutti – scrive il fratello Germano – che avete dedicato il vostro tempo al ricordo di Tancredi. Grazie a tutti voi che avete speso i vostri pensieri, i vostri messaggi, i vostri sentimenti ed emozioni per una persona speciale e delicata e per i suoi, i nostri genitori. D’altronde, Tancredi non poteva essere quello che avete conosciuto se non avesse avuto due genitori speciali, intellettualmente avanti rispetto ai loro tempi, integri e intransigenti nel rispetto di certi valori che il tempo non sfiora».
Perchè un libro su Tancredi
[ Vincenzo Figlioli ] – La prematura scomparsa di Tancredi Tarantino ha destato grande commozione nella comunità marsalese e, in particolare, nella generazione che ha vissuto il passaggio dall’adolescenza all’inizio dell’età adulta negli anni ’90. Una stagione che – anche in una zona geografica periferica come la Sicilia occidentale – risentì dei cambiamenti politici e sociali in atto, tra gli echi delle stragi di mafia, la nascita della Seconda Repubblica, l’avvento del web.
Tra ragazzi ci si conosceva un po’ tutti, perchè si frequentava la stessa scuola, si condivideva una passione sportiva, o ci si incontrava negli stessi locali. Per molti Tancredi era un punto di riferimento, perchè appariva come il volto maturo e mai arrogante di una generazione destinata a misurarsi presto con gli adulti e a dare un contributo di idee e pensieri al proprio tempo.
Questo libro, però, non nasce per ricordare le innegabili virtù di Tancredi Tarantino, ma per rendere omaggio al suo impegno come giornalista, intellettuale e attivista politico. Un impegno strettamente legato allo spirito di un tempo, l’inizio del nuovo millennio, che ha visto crescere e affermarsi nel mondo i movimenti no global, con la loro critica ad una globalizzazione fondata sui profitti delle multinazionali e alle crescenti diseguaglianze economiche e sociali tra il Nord e il Sud del pianeta. Quel movimento, così lucido e lungimirante nella sua analisi critica, fu spazzato via in malo modo al G8 di Genova, tra la “macelleria messicana” della scuola Diaz, le violenze squadriste di Bolzaneto e l’omicidio di Carlo Giuliani. Poi arrivò l’attentato alle Torri Gemelle e il mondo fu catapultato in una nuova stagione di conflitti da cui ancora fa fatica a uscire. Tuttavia, anche se le piazze occidentali si sono svuotate, i punti principali della critica alla globalizzazione sono rimasti presenti nel dibattito pubblico e chi ha vissuto con consapevolezza quegli anni continua a ritenerli validi.
E’ proprio in questa cornice che Tancredi sceglie la propria strada dopo l’università, approfondendo le vicende di maggiore attualità nei Paesi dell’America Latina e ricostruendo con rigore e puntualità storie complesse e controverse, con relativi retroscena. E, in queste ricostruzioni, si finiva spesso per incontrare proprio le multinazionali occidentali, che non hanno mai dismesso il loro spirito colonialista e che continuano ad accaparrarsi avidamente porzioni di territorio ricche di materie prime, stringendo indicibili accordi con i governi locali senza farsi troppi scrupoli sul rispetto dell’ambiente, della legalità, dei diritti umani o di quelli dei lavoratori.
Tancredi ha scritto di tutto ciò per tanti anni. E in un tempo dominato da influencer prestati al giornalismo, lo ha fatto senza mai lasciarsi andare all’autocelebrazione, restando fedele al proprio carattere e ai propri valori.
Ci è dunque sembrato doveroso ricordarlo non attraverso una collezione di aneddoti e memorie, ma pubblicando una raccolta di articoli e interventi che restituiscono il suo lavoro, il suo stile secondo una successione cronologica che rende l’idea anche dell’evoluzione del suo pensiero nel corso degli anni, andato via via crescendo in profondità e raffinatezza. Ad integrazione dei pezzi scritti da Tancredi ne abbiamo poi selezionati altri che si ricollegano al suo lavoro, nell’ottica di una continuità di ragionamento che ci è sembrato utile evidenziare.
Oggi più che mai, ci sono parole di cui abbiamo bisogno, per riappropriarci di una direzione, di un senso, di principi non negoziabili che mai dovrebbero sfuggirci nel ragionare sul nostro presente e nell’immaginare il nostro futuro. E se a 18 anni Tancredi ci è sembrato un punto di riferimento, un modello a cui ispirarsi, adesso – rileggendo i suoi articoli – la sua figura ci appare ancora più luminosa, per il patrimonio che ha lasciato a tutti noi in termini di impegno culturale, sociale e politico.
Un libro su Tancredi, dunque, serve sicuramente a ricordarlo, ma anche a ringraziarlo per aver dedicato una parte importante della sua vita a rendere migliore il nostro pianeta.