La Camera dei Deputati ha approvato una proposta di legge che introduce importanti modifiche al Codice penale in materia di tutela degli animali. La norma, fortemente voluta dalla deputata animalista Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati), rappresenta un significativo passo avanti nella lotta al maltrattamento degli animali, introducendo pene più severe e un cambiamento concettuale di grande rilievo. La riforma prevede, tra le altre cose, l’introduzione della reclusione da 6 mesi a 3 anni per l’uccisione non necessaria di un animale, pena che può salire fino a 4 anni in caso di sevizie o sofferenze prolungate. Si tratta di una svolta: queste pene, se superano i 3 anni, possono realmente comportare la detenzione, superando la soglia simbolica dell’impunità. Viene anche modificato il titolo del Codice penale: non si parlerà più di delitti contro il “sentimento dell’uomo per gli animali”, ma direttamente di “delitti contro gli animali”, riconoscendo implicitamente gli animali come soggetti e non più solo oggetti del diritto.
Nei giorni scorsi a Trapani-Erice l’ennesimo caso di maltrattamento: un padrone prendeva a calci violenti il proprio cane per strada. L’uomo è stato ripreso dalle telecamere di video-sorveglianza ed ora è stato denunciato. Ma è solo uno dei casi di maltrattamento verso gli animali, che sono ancora tanti, troppi.
Le sanzioni aumentano in tutti i casi di violenza:
- Per il maltrattamento senza uccisione: carcere da 6 mesi a 2 anni e multa da 5.000 a 30.000 euro.
- Per l’uccisione: multa raddoppiata da 10.000 a 60.000 euro.
- Per spettacoli con sevizie: multa fino a 30.000 euro.
- Per combattimenti o gare clandestine: reclusione fino a 4 anni, anche per i partecipanti (da 3 mesi a 2 anni e multe da 5.000 a 30.000 euro).
L’uccisione o il danneggiamento di animali altrui diventa perseguibile d’ufficio, con pene fino a 4 anni e multe da 10.000 a 60.000 euro. Si estendono anche le misure preventive previste dal codice antimafia ai trafficanti di cuccioli e organizzatori di combattimenti, con pene fino a 18 mesi e multe fino a 30.000 euro. Sono introdotte nuove aggravanti se i reati avvengono alla presenza di minori, contro più animali o se documentati e diffusi online, come accaduto in casi recenti di cronaca. Diventa infine illegale tenere animali legati alla catena, con multe da 500 a 5.000 euro, e si inaspriscono le pene per la cattura o l’uccisione di specie protette, con sanzioni fino a un anno e ammende da 8.000 euro. Anche la distruzione di habitat protetti sarà punita più severamente, con arresto fino a 2 anni e multe raddoppiate. Unanime l’approvazione dell’inasprimento delle sanzioni per l’abbandono o la detenzione in condizioni incompatibili: ammenda minima di 5.000 euro, che può salire fino a 10.000 (e fino a quasi 7.000 in caso di abbandono in strada).