Si era aperto lo scorso settembre davanti la Corte d’Assise di Trapani, presieduta dalla dottoressa Troja, il processo per l’omicidio di Anna Elisa Fontana, la donna bruciata viva dal compagno nella loro casa di Pantelleria e morta giorni dopo in ospedale per le ferite riportate. Oltre ai difensori dei familiari che si sono costituiti parte civile nel processo, presente in Aula anche il Centro Antiviolenza “La Casa di Venere” rappresentato dall’avvocata Roberta Anselmi che, nella requisitoria odierna, nella sua arringa, ha voluto ancora una volta ribadire quanto il fenomeno della violenza di genere più generale sia preoccupante, sempre di più. E nel caso specifico di Elisa,
“Onofrio Bronzolino un compagno che avrebbe dovuto amarla, rispettarla, proteggerla e invece deliberatamente e non per un raptus di gelosia, l’ha bruciata viva, non ha accettato la libertà di Elisa di lasciarlo. Siamo di fronte alla violenza più codarda e vile che l’essere umano possa concepire. Siamo qui per dare voce alla libertà di Elisa. Questa Corte oggi ha il dovere morale, giuridico, civile, di dare dignità e giustizia a Anna Elisa Fontana”, afferma in Aula l’avvocata Anselmi. Il pm alla fine della requisitoria, ha chiesto per Bronzolino l’ergastolo. Alla prossima udienza ci sarà l’arringa della difesa dell’imputato.