Lo scontro tra Valerio Antonini, presidente di Trapani Calcio e Trapani Shark e il sindaco Giacomo Tranchida, dopo i comunicati e i post sui social, è continuato in tv, a Telesud, emittente che è stata rilevata dallo stesso Antonini. Il sindaco ribadisce che Trapani è parte lesa nella vicenda dell’area di Milo che è zona rossa perchè area militare e che rischia di saltare la Cittadella dello Sport e dei Servizi: “Antonini ci ha fatto sapere che valutava altre ipotesi di investimento. Noi aspettiamo il verdetto del Demanio“, afferma Tranchida. Secondo Antonini, nella risposta pubblica di Tranchida il sindaco non ha capito l’intento dell’imprenditore: “Lui che ha fatto al posto mio al pari degli stessi soldi?”. Antonini nel primo post che ha fatto saltare i nervi a Tranchida, ha supposto della presenza di “qualcuno” all’interno del Comune che mette i bastoni tra le ruote. “Se Antonini conosce di acque torbide, che le denunci”. Poi: “Grazie di avermi ospitato, sono a casa…” e Antonini lo interrompe: “Non è a casa di nessuno”.
Quando Tranchida parla di “minacce velate che ledono l’autonomia di un sindaco, di una Giunta” da parte di Antonini, il clima si surriscalda. Antonini è sul piede di guerra. Nel mezzo c’è anche il fastidio per una rendicontazione del Palashark che l’Amministrazione comunale ha chiesto alla società di Basket. Per Antonini sarebbe stato più semplice chiedere le fatture per la ristrutturazione del palazzetto. Bugie bugie e bugie, queste ha detto Tranchida secondo Antonini definito “un pò nervoso“. Alla fine, come lo stesso conduttore Nicola Baldarotta ha affermato “così non se ne viene a capo” e l’unica cosa che si comprende e che il rapporto tra i due si è incrinato. Antonini di certo è irriverente, in campo così come sui Social, il sindaco, stoico, non è disposto ad ascoltare questi continui attacchi. Battute finali e carte alla mano, il Presidente granata si è detto “offeso con l’Amministrazione comunale perchè non mi ha difeso contro degli attacchi subiti”. Qui si apre pure un capitolo personale che è tutto da provare. Probabilmente giudizialmente.