La direttrice del Parco Lilibeo contro tutti: cosa accade nell’area archeologica? 

redazione

La direttrice del Parco Lilibeo contro tutti: cosa accade nell’area archeologica? 

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martedì 06 Maggio 2025 - 14:12

Nell’antico cuore archeologico di Marsala, quello che dovrebbe essere un luogo di cultura e coesione si è trasformato in un campo di battaglia politico-istituzionale. Al centro della controversia c’è l’antico viale di Porta Nuova (Plateia Aelia), la cui riapertura al pubblico è stata chiesta a gran voce da una petizione popolare lanciata da Ninny Aiuto, con un buon seguito cittadino e il sostegno di due movimenti opposti come “Liberi” e il Movimento 5 Stelle. A opporsi con fermezza, però, è Anna Occhipinti, direttrice del Parco archeologico di Lilibeo e Marsala, che ha scelto di difendere le sue decisioni con determinazione e, in molti casi, con toni tutt’altro che accomodanti. Al di là degli schieramenti, quella che si sta giocando attorno al Parco Lilibeo è una battaglia di visioni: da una parte chi vede l’archeologia come bene vivo, fruibile, da integrare con la città, dall’altra chi ne difende una tutela rigorosa, anche a costo di scontri e incomprensioni. In mezzo, un sito archeologico di straordinaria importanza e bellezza, che rischia di pagare il prezzo di una comunicazione mal gestita e di una collaborazione istituzionale sempre più fragile. Riuscirà Marsala a trovare un equilibrio tra tutela e fruizione? O la Plateia Aelia diventerà il simbolo di un’altra occasione perduta?

La petizione per ridare alla cittadinanza un importante sito storico

Ninny Aiuto non le manda a dire: per lei il Parco è diventato simbolo di una gestione autoreferenziale e lontana dai cittadini. “Un disastro gestionale e concettuale”, lo definisce senza mezzi termini. Aiuto accusa la direzione del Parco di voler escludere i cittadini dalle scelte e promette di intensificare la raccolta firme, coinvolgendo sempre più esponenti del territorio per ottenere la riapertura del viale. Il suo è un attacco frontale a un sistema che percepisce come chiuso, autoreferenziale e insensibile alle richieste dal basso.

Il sostegno della politica che si divide

Curiosamente, l’iniziativa trova terreno fertile in ambiti apparentemente distanti. Il movimento civico “Liberi” e il M5S si trovano d’accordo, almeno su questo punto. La deputata regionale Cristina Ciminnisi (M5S) rincara la dose: non solo sostiene la petizione, ma punta il dito contro la gestione del Parco, descrivendolo come “in stato di abbandono”, con recinzioni fatiscenti e strutture pericolanti, proprio in piena stagione turistica. La Ciminnisi ha già annunciato un’interrogazione all’Ars, rivolta non tanto alla direttrice Occhipinti quanto all’Assessorato regionale ai Beni Culturali, che ritiene responsabile delle scelte politiche e dei ritardi operativi. In tutto ciò, le posizioni dei partiti più tradizionali, come Fratelli d’Italia e Partito Democratico, oscillano tra un prudente silenzio e un disinteresse di facciata. Nessuna presa di posizione chiara, mentre la cittadinanza si divide tra chi vuole una fruizione più libera del sito e chi teme che questo possa snaturare o danneggiare il patrimonio archeologico.

Il Comune di Marsala si difende, Occhipinti risponde

Nella querelle, anche il Comune di Marsala finisce sotto i riflettori. In particolare, è la questione dei lavori per il ripristino dell’illuminazione della Plateia Aelia a innescare una nuova miccia. La direttrice Occhipinti ha lamentato ritardi da parte del Comune, ma la dirigente ai Lavori Pubblici Rosa Gandolfo smentisce: “Nessun ritardo è imputabile al Comune – afferma – semmai è stata la stessa Occhipinti a richiedere una modifica sostanziale al progetto già approvato e appaltato”. In particolare, si contesta la richiesta, avanzata il 2 aprile, di inserire nel progetto un muro di contenimento di 86 metri, a seguito di uno smottamento del terreno causato da piogge intense. Una modifica che, secondo il Comune, rischia di far saltare l’intero appalto. Anna Occhipinti non resta in silenzio. In una lunga e puntuale cronologia, ricostruisce gli eventi: dal finanziamento regionale di 83.300 euro assegnato ad agosto 2024 al Comune, all’inizio dei lavori il 20 febbraio, fino alla sua nota del 2 aprile in cui proponeva la realizzazione del muro – anche offrendo contributi diretti da parte del Parco, qualora fossero mancati fondi. “L’intervento non solo era necessario per motivi di sicurezza – precisa – ma anche utile a ospitare un nuovo impianto di illuminazione, più discreto ed efficace”. Ma dopo quella richiesta, sostiene la direttrice, i lavori si sono fermati, con sporadiche presenze dell’impresa solo intorno al 14 aprile. La direttrice non nasconde l’irritazione per l’intervento della deputata Ciminnisi, che avrebbe strumentalizzato un “cantiere aperto” per attaccare la Regione, mostrando foto che non rispecchiavano, secondo lei, la complessità della situazione tecnica. E alla Gandolfo replica punto su punto, rivendicando il diritto-dovere del Parco di vigilare sulla qualità degli interventi in un’area così sensibile.

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Un commento

  1. Cara Direttrice, non si lasci sconfiggere da persone incolte, tristi e grigi personaggi che sguazzano nella bassa politica e nella mera burocrazia…..

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