Continua il botta e risposta tra l’Asp di Trapani e Carmela Daidone che smentisce l’Azienda sanitaria

redazione

Continua il botta e risposta tra l’Asp di Trapani e Carmela Daidone che smentisce l’Azienda sanitaria

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sabato 05 Aprile 2025 - 06:45

Continua il botta e risposta per le vicende legate all’Asp di Trapani, alla carenza di organico e strutturale nonchè per i ritardi negli esami istologici, tra l’assessora ericina Carmela Daidone e l’Azienda Sanitaria Provinciale che giorni fa ha risposto capitolo per capitolo. Daidone torna a chiarire alcuni punti dopo le dichiarazioni dell’Asp di Trapani in merito alla sua lettera aperta – da ‘libera cittadina‘ come vuole ribasire Carmela Daidone – non ddi giorni fa:

“Riguardo alle prestazioni differite, ovvero entro 60 giorni, non risultano essere rispettati i tempi come affermato dall’ASP tanto è che dette prestazioni, non potendo essere prenotate entro il già menzionato tempo, rientrano nell’attivazione del percorso di tutela al fine di garantire la prestazione; tuttavia nel detto percorso  risultano essere inserite attualmente un altissimo numero di pazienti in attesa. Si chiarisce altresì che non è stato assolutamente detto che le prestazioni erogate dall’azienda ASP sono a pagamento, si dichiarava invece nella lettera aperta che l’utente con codice 048 deve ricorrere alle visite specialistiche private per il proprio follow up di routine considerate le attese non consone. Quindi oltre ai viaggi della speranza per la radio e la chemioterapia verso Mazara e Palermo (solo nel Comune di Erice per coloro che hanno fatto richiesta di voucher trasporto ce ne sono stati 160, mentre nel 2025 ad oggi già sono 82 ), i pazienti con 048 si spostano e aspettano anche lunghe file  dal Cup all’Urp del P.O Sant’Antonio Abate per cercare di prenotare in tempo le visite utili al monitoraggio della loro patologia. E la situazione diventa ancora più difficile se si devono prenotare visite ed esami specialistici senza codice di precedenza. 

Riguardo agli Operatori Socio Sanitari, prendo atto delle affermazioni secondo cui al “Sant’Antonio Abate” il numero è superiore a quello previsto dalla normativa regionale e precisamente “su 132 unità previste, ne risultano operative 170. Serve precisare tuttavia che proprio su questa testata pochi giorni fa è stato pubblicato un articolo “Mala tempora Currunt” dove si dava notizia della condanna inflitta a questa ASP da parte della Corte Suprema di Cassazione per demansionamento degli Infermieri a causa dell’insufficienza del personale di cui si parla. Fattispecie che riguardava proprio il S. Antonio Abate di Erice- Tp. Pertanto, se sono veri i numeri come non dubitiamo allora è necessario che i Responsabili del P. O. “S. Antonio Abate” facciano una seria revisione sull’assegnazione del suddetto personale atteso che,  malgrado alcune unità operative risultino capienti come da pianta organica per la figura  di supporto O.S.S., è sempre cura della direzione strategica sia aziendale che ospedaliera, distribuire tale personale in modo da rendere fattiva l’assistenza ai pazienti per tutto l’arco della giornata che ha la durata di 24 ore e non di 12 ore. Come invece avviene in alcuni reparti.

Per l’argomento inerente gli interventi odontoiatrici riscrivo di seguito quanto già dichiarato chiedendo alla Direzione strategica Aziendale dell’ASP, una più attenta lettura: l’attenzione alla fragilità è preminente anche in merito alla disabilità e alle problematiche che i familiari sono costretti a sobbarcarsi per assenza di servizi adeguati. Infatti gli stessi nel caso di un eventuale semplice intervento odontoiatrico a un familiare disabile non collaborante, come nel caso di  bambini con autismo,  devono  recarsi in altre città, come  Catania, dove sono presenti i servizi necessari a fare diagnosi. Inoltre i disabili in generale e le persone con autismo in particolare, che per cause evidenti, non possono sostenere le lunghe attese del pronto soccorso, avrebbero necessariamente bisogno di una corsia preferenziale dedicata.” Tale esigenza  è stata sottolineata proprio in questi giorni  dall’avvocata Tiziana Barone garante del disabile di Trapani relativamente ad un ragazzo con sindrome di down lasciato per ore nel  corridoio del Pronto Soccorso senza attenzioni speciali.

Nessun riferimento a “Non risultano esserci per le prestazioni odontoiatriche, per le cure previste nei LEA (livelli essenziali d’assistenza) tempi di attesa tali da indurre gli utenti a recarsi fuori dalla provincia di Trapani, sempre secondo il codice di priorità assegnato nella ricetta dal medico di medicina generale”. come si evince dalla replica. Per quanto riguarda la postazione del 118 codice 46 laddove vi è l’unico medico rianimatore sul territorio trapanese, più di quattro anni fa, io stessa ho segnalato la problematica della sede del 118 al responsabile dell’Area Patrimoniale e tecnica, il quale si doveva attivare per spostare la sede a piano terra  nei locali dell’ex cucina predisponendo uno spazio più funzionale all’ambulanza in sosta. Tale segnalazione è anche avvenuta per email pec al Commissario Spera in data 11/12/2023 ed è stata argomentata da me in un’intervista presso un’emittente locale. Rispetto al montacarichi, ribadisco che  non è adibito al trasporto di personale medico, che deve perdere minuti preziosi per  scendere  33 gradini, e che lo stesso mezzo di trasporto merci si attiva dal piano superiore.

Invito gli organi competenti a visionare di persona i locali della suddetta postazione 118 per verificarne le condizioni logistiche. Mi duole inoltre sottolineare che i locali concessi dall’Asp alla SEUS non sono sede locale della centrale operativa 118, poiché l’unica sede è ubicata a Palermo. Il magazzino cui l’ASP si riferisce non è altro che un corridoio che porta ai locali sia del SUESS che della postazione 46 dove si è dislocato un deposito di materiale in disuso. Si rimane infine basiti circa le affermazioni e segnatamente che “la figura istituzionale con la quale l’Azienda si interfaccia per questioni di sanità pubblica resta il sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria locale” perchè mostrano un senso di assoluto fastidio a qualunque interlocuzione, pur certamente condividendo il ruolo istituzionale del Sindaco.

Spiace inoltre constatare che mediante la replica sia stato fatto passare il messaggio che io mi sia qualificata come assessora del Comune di Erice, fatto assolutamente non vero che smentisco con decisione, dal momento che ho firmato la mia lettera da libera cittadina. Ciò appare come un tentativo per spostare l’attenzione che finisce anche per sminuire, con tutta evidenza, la figura dell’assessore, riconoscendo il Sindaco come unico interlocutore, dimenticando che l’assessore è nominato proprio dal primo cittadino, del quale è dunque espressione nelle deleghe di competenza. Nel mio caso mi preme sottolineare che ho altresì ricevuto i voti dei cittadini. Preciso che la mia, quella dei servizi sociali, è tra le più delicate e attiene anche alla salute dei più fragili, dei diversamente abili, degli anziani, dei meno abbienti. Sottolineo, infine, che su precisa delega della sindaca, ho anche partecipato alle riunioni del comitato dei sindaci proprio in materia di salute e sanità, dove ho argomentato le criticità sopracitate. Impegno, corresponsabilità e condivisione delle azioni sono le tre parole che mi inducono ad agire da assessora nel quotidiano. La mia lettera aperta ha la finalità di sollecitare e costruire percorsi che agevolino le serie difficoltà dei cittadini in merito al sacrosanto diritto alla salute come citato nell’art. 32 della nostra Costituzione Italiana e non di creare sterili polemiche da cui mi tengo a debita distanza”.

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