Come Trump si è mangiato Agamben e Byung-Chul Han
Premessa.
Si è detto in questi giorni che, negli USA, chiunque voglia lavorare per la pubblica amministrazione debba sottoscrivere un documento in cui dichiara che Trump – e non Biden – ha effettivamente vinto le elezioni del 2020.
Vero o falso, non importa.
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Premessa bis.
Trump è uno scampato, un non-morto, un salvato.
Dio, dice lui, l’ha salvato dalla pallottola per salvare l’America.
Trump non è solo eletto dal popolo, ma anche “da Dio”,
In ciò, sembra una strana forma di Homo Sacer: ripudiato dalla civitas per le sue malefatte, lasciato alle bizze del divino, ma vincente, condottiero del suo folk. Sorta di episcopo dell’Heartland.
Se, come diceva Nebel all’inizio degli anni ’60, la potenza del mito risiede tutta nell’incertezza, allora in Trump abbiamo l’Idolo vivente: egli è uno dei più grandi abitatori dell’ambiguo del nostro tempo.
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Giorgio Agamben aveva aperto la sua suite ventennale – 1995-2015 – sul pensiero politico occidentale proprio con l’Homo Sacer.
L’idea gli era servita per articolare il concetto di biopolitica – decisamente di moda negli ’80 – prelevato da Foucault.
Il rifermento di partenza è l’arcaico istituto giuridico romano che determinando la sacertà di un uomo ne determina anche un ritorno alla “primordiale mortalità”.
L’Homo Sacer è un uomo espulso dalla cittadinanza – escluso dalla rete protettiva delle antiche rules of law – e lasciato alla “nuda vita”: ammazzabile senza incorrere in nessuna accusa.
Per Agamben è un essere iniziale. È un mediatore. Un’entità di soglia: che apre la strada alla progressiva introduzione della vita in sé nella vita civile. Supera cioè quella distinzione che viene dal mondo greco tra zoé e bíos, vita naturale e vita relazionale.
Per questa via si arriva al ‘900 e al mondo attuale, in cui l’esistenza diviene a pieno titolo materia politica.
Passata, in particolare, attraverso la distruzione dei corpi nazifascista, la “nuda vita” è divenuta poi l’oggetto dell’amministrazione – dall’OMS ai vari Dipartimenti di Sanità – e, insieme, il soggetto costruttivo della narrazione politica – a partire dai partiti leaderistici – .
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In Trump vediamo, ancora come nel ‘900, la pervasività del corpo.
Il suo stesso corpo: i capelli, il viso aranciato dall’abbronzante, la stazza.
Soprattutto, l’orecchio ferito. Il sangue. La morte beffata.
E poi c’è il corpo di Stormy Daniels, che fa da segna posto a quello di molte altre; c’è la rigidità di Melania e il suo viso oscurato dalla tesa del copricapo.
C’è il corpo martoriato da cancro del tredicenne D.J. Daniels esibito nell’aula del Congresso.
Esibito in una sorta di rito taumaturgico nel quale la nomina del ragazzo a Agente onorario del Secret Service prende l’aspetto, più che di magnanimità, di gesto salvifico.
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In realtà Agamben è rimasto un poco incastrato nel tema della biopolitica.
Prova sono le sue esternazioni sulla “dittatura sanitaria” al tempo del Covid.
Ragionamenti tutti perfettamente coerenti all’idea di potere come apparato di disciplinamento e addestramento dei corpi, ma forse superati dai fatti.
La controbattuta viene da un filosofo – abbastanza diverso da Agamben, un poco più giovane e abbastanza oltre le maniere delle scuole filosofiche tradizionali – come il sudcoreano-tedesco Byung-Chul Han.
Egli ha ben sottolineato come, nella nostra attualità, le forme della biopolitica siano divenute sempre più deboli, fino a farsi superare da a quelle umbratili della “psicopolitica”: il potere, più che afferrare i corpi, seduce le menti. Persuade e, tanto quanto riesce a essere ambiguo e invisibile, circuisce la psiche sociale: riesce a trasformare i propri bisogni in bisogni dell’individuo e della collettività.
Da ciò, incrociando il recentissimo testo di Han Infocrazia, del 2024, si comprende bene come tale “suadenza” sia grandemente potenziata dall’ambiguità endemica della Rete.
Per Han nel mondo-a-rete si sta verificando il decadimento radicale della distinzione tra verità e menzogna.
Perciò ancora quella ambiguità in cui Trump – il nuovo Homo Sacer – si immerge perfettamente.
Nella retorica Maga adottata da tutto il codazzo al neo-presidente, e in tutto il dibattito politico che non riesce a sfuggire a questo vortice comunicativo, l’affermazione del vero o la menzogna sembrano gesti indistinguibili.
Perfino le immagini false, create dall’Intelligenze Artificiali, in uno zig-zag tra provocazioni, reazioni emotive, polemiche, allarmismi, sbruffonerie, possono trasformarsi in realtà politiche all’occorrenza.
Byung-Chul Han getta un sasso enorme nello stagno.
Non parla di perdita di “fede nella verità”, ma di quel gesto ancora precedente e tanto intimamente moderno da essere originalmente “cartesiano”: l’oggettivazione della differenza tra vero e falso, la geometrica ricerca del limine, del punto di separazione tra è e non-è.
Filosoficamente, sembra di assistere all’apertura di un processo di devastazione delle nostre categorie di pensiero.
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Praticamente, però, l’inizio dell’Età di Trump sembra svalutare e superare anche questo campo del ragionamento.
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La faccenda è che tutti questi ragionamenti si svolgono sempre dentro il grande campo della riflessione sulla società iniziata con la prima modernità.
Cioè, tanto le quasi 1300 pagine di Agamben, quanto le centinaia di Han, guardano all’oggi senza prescindere – come fa qualsiasi studioso – dall’impasto storico-concettuale che, scavalcando le Rivoluzioni sette-ottocentesche, ci ha dato le attuali categorie del pensiero politico.
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La grande invenzione dell’Illuminismo è stata la “società felice”.
L’espansione al massimo grado della razionalità politica per la costruzione del mondo sociale.
Tutto il pensiero occidentale, perfino il Nazismo, come scrivevano Adorno e Horkheimer, si è costruito internamente ad una dialettica che ha avuto come scopo quello di raggiungere una stasi, un equilibrio sociale basato sul una idea – anche enormemente distorta – di felicità.
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Oggi, invece, Trump e i suoi sodali sembrano muoversi totalmente oltre questo enorme processo.
Al di fuori – e quindi anche senza la consapevolezza del passato – di questo grande edificio del pensiero, possono sovvertire nel discorso pubblico i crismi del compromesso e solidarietà.
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Compromesso e solidarietà negli ultimi trent’anni non hanno tenuto il passo dei poteri.
La globalizzazione economica e politico-culturale li ha spesso aggirati o perturbati, al punto di farli apparire come ostacoli al governo, all’amministrazione, alla realizzazione profittevole.
Così gli elettorati di tutto l’Occidente hanno scelto di farsi sedurre da chi effettivamente detiene i poteri: il duo di Trump e Musk è il correlativo oggettivo di Denaro e Tecnologia.
Perciò, le elezioni americane non hanno fatto assurgere al potere Trump e Musk; hanno invece legittimato Trump e Musk a esercitare con molti meno freni il potere che già possedevano e a godere dell’apparato dello Stato come moltiplicatore.
E questa sembra proprio la percezione che i due hanno della loro attuale condizione.
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In tal senso stridono ancora di più, prima, i richiami a “regole”, “nuove regole”, “tutele”, “recupero e resilienza” insistentemente prodotti dall’Unione Europea, poi, le sventagliate belliciste dei “volenterosi” in uno sgangherato sforzo rincorrere gi USA e la Russia sul sentiero del potere militare, ma con la veste delle “truppe di rassicurazione”.
L’età di Trump parla una lingua totalmente diversa.
Dice ogni cosa e il contrario di ogni cosa.
Soprattutto, non-dice che posto troveranno nelle “nuove” democrazie Compromesso e solidarietà.
Superato il Deus Absconditus, si fa largo uno strano Hermes.
Sebastiano Bertini
Lo Scavalco è una scorciatoia, un passaggio corsaro, una via di fuga. È una rubrica che guarda dietro alle immagini e dietro alle parole, che cerca di far risuonare i pensieri che non sappiamo di pensare.
Sebastiano Bertini è docente e studioso. Nel suo percorso si è occupato di letteratura e filosofia e dai loro intrecci nella cultura contemporanea. È un impegnato ambientalista. Il suo più recente lavoro è Nel paese dei ciechi. Geografia filosofica dell’Occidente contemporaneo, Mimesis, Milano 2021. https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857580340