Intimidazioni in Atm: “L’azienda trapanese trova l’accordo solo con tre sigle, non rispettando i lavoratori”

redazione

Intimidazioni in Atm: “L’azienda trapanese trova l’accordo solo con tre sigle, non rispettando i lavoratori”

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martedì 17 Settembre 2024 - 01:00

Continua a preoccupare la vicenda del bullismo e delle intimidazioni all’interno dell’azienda di trasporto pubblico urbano Atm. A parlare questa volta sono la Filt Cgil, la Fit Cisl, Faisa Cisal e l’Ugl. “E’ inaccettabile il comportamento provocatorio di ATM SpA, messo in atto con la sigla dell’accordo sindacale aziendale per la redistribuzione degli incrementi di produttività ed efficienza aziendale, soltanto con tre sigle sindacali, delle quali fra l’altro soltanto una è firmataria del contratto nazionale di categoria. La firma dell’intesa, avvenuta eludendo il confronto con chi rappresenta la maggior parte dei lavoratori, determina discriminazione sociale fra sigle sindacali di serie A e sigle di serie B. Un accordo peraltro che non rispecchia le legittime richieste dei lavoratori e sul quale avevamo chiesto di avviare un confronto che non è mai avvenuto. Adiremo alle vie legali per tutelare i nostri iscritti e a difesa del ruolo del sindacato” dicono i sindacalisti Anselmo Gandolfo (Filt Cgil Trapani), Rosanna Grimaudo (Fit Cisl Trapani), Rosario Gentile (Faisa Cisal) e Mario Parrinello (Ugl).

“Una scelta quella di ATM SpA e dell’amministrazione comunale di Trapani che avviene nel corso di una procedura di raffreddamento, con uno sciopero già proclamato per il prossimo 15 ottobre e che palesemente ignora del tutto le nostre richieste”. “Ad aggravare la situazione c’è anche la discriminazione nei confronti di una parte dei lavoratori, dato che l’azienda ha annunciato che l’accordo vale per i lavoratori iscritti alle sigle che hanno firmato e ai non iscritti al sindacato”. I sindacati concludono: “Siamo pronti a manifestare con ogni forma prevista il nostro dissenso davanti ad un atteggiamento cieco e sordo da parte di amministrazione comunale e azienda che non fa altro che far crescere la tensione fra i lavoratori”.

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