Petrosino: si ritrovano i “picciotti” di via Cafiso

redazione

Petrosino: si ritrovano i “picciotti” di via Cafiso

Condividi su:

venerdì 02 Agosto 2024 - 12:38

Petrosino è un ridente comune di circa 7500 abitanti dove si trova una via chiamata via Cafiso e dove molteplici generazioni di ”picciotti” sono cresciute… ora non vogliamo azzardarci a dire che nelle altre vie di Petrosino i “picciotti” erano diversi, ma quelli di via Cafiso sono stati sempre i migliori. Questa sera ci ritroviamo qua nonostante tutti gli impegni familiari e lavorativi per ricordare e rivivere, in qualche modo, le sensazioni provate da ragazzini, per tornare indietro con la memoria e sbloccare ricordi indelebili nella nostra mente. Ringrazio i presenti intervenuti e gli assenti, perché non è stato facile mettere tutti d’accordo, in questo tavolo sono presenti diverse età, magari della stessa generazione, ma una cosa che ci accomuna è che tutti siamo cresciuti in via Cafiso, dove la strada ci ha insegnato tanto ed è stata nostra maestra di vita, dove abbiamo coltivato i nostri valori, abbiamo imparato a risolvere i problemi tra noi senza l’intervento dei genitori, dove abbiamo costruito la nostra autonomia a nostre spese e questo anche a suono di litigate e qualche volta anche con l’uso delle mani, ma tutto passava e si tornava amici come prima. Ai tempi, finita la scuola, si scatenava la nostra creatività e la nostra fantasia, si andava a giocare a pallone nei locali del plesso “Fanciulli”: le squadre non avevano limiti, né di ceto sociale, né d’età, bastava correre dietro al pallone e cercare di fare gol nella porta delimitata da due sassi. Un gioco prediletto era quello di costruirsi il monopattino, chiamato “ruzzulo”, con una base di legno e i cuscinetti dei motori dei camion come ruote e un filo legato alle estremità di un’asta snodabile come manubrio. Nessuno di noi sfoggiava giocattoli costosi e raffinati, ma i nostri pomeriggi erano intensi e che brividi a sfrecciare spinti da un compagno sfidandosi con altri! Avevamo poco, ma eravamo felici, inventavamo giochi simbolici e ci sentivamo padroni del mondo. D’estate poi i divertimenti aumentavano: la sera si giocava a “ammuccia ammuccia” nei “chianura”, oppure a suonare i campanelli e scappare. Quale divertimento migliore? Eravamo sempre con il sorriso sulle labbra nonostante un pantalone strappato o le ginocchia sbucciate, comunicavamo con la voce, con le grida, con le fronti sudate e le mani sudice, ma eravamo insieme e sentivamo il contatto umano che ci ha permesso di scoprire l’altro, comprenderne le esigenze e soprattutto aiutarlo quando è necessario. Oggi purtroppo tutto questo non esiste più, la società è cambiata e siamo stati noi stessi a far crescere i nostri figli senza le vere ricchezze che hanno alimentato la nostra infanzia, oggi l’altro si scopre attraverso un cellulare, ma in realtà nulla si sa di lui e nulla si fa per una reciproca, vera comunicazione, per un aiuto fattivo, per un abbraccio sincero e caloroso se non constatarne la solitudine, l’insoddisfazione e nei casi limiti la depressione!

Ed allora diciamo tutti insieme: “Viva Petrosino e viva i picciotti di via Cafiso!

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta