Giovedì 4 luglio, nella sede dell’Ordine dei medici trapanesi, alla presenza del presidente Vito Barraco, del comparto, del direttore generale dell’Asp Ferdinando Croce, dell’Associazione medico-lilybetana, presente Alberto Di Girolamo e dei deputati regionali Bica e Pellegrino, si è parlato della sanità provinciale, delle criticità e delle eventuali soluzioni per potenziarla. L’emergenza da Covid-19 ha fatto emergere tutte le problematiche della sanità locale che necessità di una riorganizzazione.
“Il sistema ospedaliero dovrebbe occuparsi delle malattie acute, mentre quelle croniche dovrebbero essere appannaggio del territorio, ma non sempre avviene così – ha affermato nel suo intervento il cardiologo Alberto Di Girolamo -. La Provincia di Trapani con i suoi 430mila abitanti ha meno della metà dei posti letto che le spetterebbe, distribuiti fra i vari piccoli ospedali e due/tre strutture private convenzionate. I posti dovrebbero essere almeno fra 1.200 e 1.400. La mancanza di posti letto e di unità operative di alta specializzazione comporta spesso il ricovero di pazienti fuori provincia e fuori regione, oltre a causare un incremento della mortalità e della spesa sanitaria. I ricoveri fuori provincia dovrebbero verificarsi solo per i “trapianti d’organo e per le malattie complesse e rare”.
Ospedali indietro ancora a 30-40 anni fa, in sostanza. Lo scorso anno l’ex Commissario Vincenzo Spera parlava di nuovi ospedali, in particolare a Marsala dovrebbe sorgere una casa della comunità presso l’ex ufficio di igiene mentale di via Trapani e una casa della comunità sarà all’ex Inam. Ma nel frattempo – visto che i termini per questi lavori sono fissati nel 30 giugno 2026 – bisogna riordinare le strutture locali. Per Di Girolamo è necessario che “… gli ospedali si diano un indirizzo specialistico perchè più velocemente viene fatta una diagnosi e più è probabile guarire”. Il Padiglione per Malattie Infettive all’ospedale “Paolo Borsellino”, ad esempio, dovrebbe essere portato a termine. “Il nosocomio marsalese con 5 sale operatorie e il campus biomedico potrebbe diventare a orientamento oncologico, riportando la senologia, con il reparto di ostetricia che andrebbe trasformato in “ginecologia oncologica e ostetricia” e potenziando urologia”, afferma ancora l’ex sindaco lilybetano. Tanta carne sul fuoco nell’incontro con i vertici dell’Azienda Sanitaria per un futuro ancora tutto incerto sul fronte.
Per quanto riguarda gli altri ospedali della Provincia, queste alcune delle idee da sviluppare: la Radioterapia allocata presso l’ospedale di Mazara andrebbe potenziata in tecnologia e personale, per renderla sempre più all’avanguardia e attrattiva; l’ospedale di Trapani invece, dove da anni ci sono un reparto di Cardiologia con unità di terapia intensiva più l’Emodinamica e l’elettrostimolazione e un reparto di Neurologia con la stroke unit, oltre che sulla carta anche il reparto di Chirurgia vascolare che andrebbe riattivato al più presto (alcuni anni fa già in funzione), potrebbe diventare centro di riferimento almeno provinciale per le malattie cardiovascolari. Altri reparti andrebbero adeguati perché sono stanze di degenza con 4-6 pazienti e spesso senza bagni. Potenziando anche la dermatologia che è già reparto di riferimento per il melanoma, neoplasia molto frequente; a Salemi si potrebbe potenziare la riabilitazione e il reparto per le cure palliative.
“E’ necessario il potenziamento del servizio del 118 per il trasporto dei pazienti da un ospedale all’altro. La realizzazione della bretella dello scorrimento veloce, Marsala-Mazara del Vallo, faciliterebbe anche il collegamento fra i vari ospedali della provincia. Naturalmente è fondamentale il raccordo fra gli ospedali e il territorio e con le case e gli ospedali di comunità e oltre a potenziare gli ambulatori ospedalieri andrebbero incrementati e potenziati anche quelli di I livello del territorio. I direttori delle varie unità operative debbono avere grande esperienza da poter trasmettere agli altri. L’unico criterio di selezione. Il personale medico, infermieristico, tecnico deve essere adeguato sia numericamente che per esperienza. Senza dimenticare che per ogni nuovo posto letto, in media si creano tre nuovi posti di lavoro qualificati”, ha relazionato Di Girolamo durante l’incontro con Croce.