Una targa su una parete, il toponimo di una strada o di una piazza, un concorso riservato agli studenti. Nel nome di Giacomo Matteotti continuano ad accadere tante cose. La sensazione, tuttavia, è che del leader socialista ucciso dal fascismo si sappia poco. Soprattutto, che si sappia poco del modo fiero con cui si oppose al regime di Benito Mussolini e della maniera atroce con cui la sua vita fu soppressa.
Da tempo inviso al fascismo, Matteotti diventò un nemico giurato di Mussolini il 30 maggio di 100 anni fa, nel momento in cui denunciò le violenze con cui il regime condizionò l’esito delle elezioni del 6 aprile 1924, primo test elettorale per i fascisti dopo la Marcia su Roma e ritenuto strategico per costruire quella “narrazione del consenso” che continua a caratterizzare una parte della storiografia sul Ventennio. Le denunce di Matteotti non erano semplici sfoghi di un estremo oppositore, ma racconti dettagliati e circostanziati, secondo lo stile rigoroso che aveva sempre animato la sua attività politica. Proprio per questo, Mussolini fece in modo di colpirne uno per educarne cento e l’omicidio di Matteotti è considerato una vera e propria svolta, che indusse il fascismo ad accantonare le sembianze moderate con cui aveva cercato di accreditarsi negli ambienti liberali per virare verso una feroce dittatura, che progressivamente sarebbe sfociata nel totalitarismo. Un percorso avviato con l’adozione delle “leggi fascistissime” che dichiararono fuorilegge qualsiasi forma di opposizione per culminare con le leggi razziali. La nostra Costituzione nasce anche nel nome di Giacomo Matteotti, ribadendo quei principi di libertà di manifestazione del pensiero, di associazione politica e sindacale, che oggi diamo per scontati e che invece devono essere costantemente difesi da ogni tentativo di erosione.
Tutelare il diritto degli studenti a manifestare contro il genocidio in Palestina o dei lavoratori a chiedere il rinnovo dei contratti o, ancora, degli agricoltori a chiedere soluzioni per la salvaguardia delle loro colture dalla siccità di questi mesi, resta il modo migliore per onorare Giacomo Matteotti. Così come, alla vigilia dell’appuntamento elettorale con le Europee e le amministrative, vale la pena ricordare quanto sia importante recarsi alle urne per scegliere le liste e i candidati che riteniamo meritevoli della nostra fiducia, nel ricordo di un tempo in cui il voto libero non era consentito. E chi osava rivendicarlo veniva selvaggiamente picchiato, talvolta fino alla morte, come continua ad avvenire nelle più cruente dittature sparse per i vari angoli del globo.